martedì 23 dicembre 2025

 


In caso di asdoluzione in sede penale entro quando occorre riaprire il procedimento disciplinare nel puvblico impiego?



Cass. 18/12/2025, n. 33154

Con il primo ed unico motivo si denuncia la violazione di legge e/o errata interpretazione ed applicazione dell'art. 55 ter, comma 2, D.Lgs. n. 165/01 in relazione all'art. 360, comma 1, n. 3 c.p.c.

L'art. 55 ter, nel testo applicabile alla fattispecie ratione temporis, al stabilisce: "Se il procedimento disciplinare, non sospeso, si conclude con l'irrogazione di una sanzione e, successivamente, il procedimento penale viene definito con una sentenza irrevocabile di assoluzione che riconosce che il fatto addebitato al dipendente non sussiste o non costituisce illecito penale o che il dipendente medesimo non lo ha commesso, l'autorità' competente, ad istanza di parte da proporsi entro il di decadenza di sei mesi dall'irrevocabilità' della pronuncia penale, riapre il procedimento disciplinare per modificarne o confermarne l'atto conclusivo in relazione all'esitodel giudizio penale" Il chiaro disposto normativo non consente di operare alcuna valorizzazione della data di rilascio di copia della sentenza irrevocabile di assoluzione, come sostenuto da parte ricor La disciplina del procedimento disciplinare è chiaramente ispirata alla finalità di rendere certi i termini del procedimento (cfr. fra le più recenti Cass. n. 1821/2025 con richiami a precedenti conformi) ed il medesimo intento ispira le disposizioni dettate in tema di ripresa o riattivazione dello stesso (si rimanda a Cass. n. 8943/2023), sicché anche la norma che in questa sede viene in rilievo non si presta ad interpretazioni che, oltre a svilire del tutto il tenore letterale, privo di equivocità, mor l'esigenza di pervenire alla sollecita definizione dell'incidenza del sopravvenuto giudicato penale sull'azione disciplinare non sospesa.

lunedì 22 dicembre 2025

 In caso il lavoratore richieda la  condanna del datore di lavoro al versamento dei contributi, occorre il litisconsorzio dell'Inps?


Cass. 17/12/2025, n. 33033


In tema di omissioni contributive, la domanda di condanna del datore di lavoro all    regolarizzazione della posizione contributiva avanzata dal lavoratore non necessita  dell'integrazione del contraddittorio con l'INPS, atteso che il lavoratore è legittimato  ad agire per l'accertamento della regolarità contributiva senza che ciò costituiscauna situazione di litisconsorzio necessario ai sensi dell'art. 102 c.p.c

venerdì 19 dicembre 2025

 Come è ripartita la competenza tra giudice del lavoro o giudice fallimentare?

Cass. 13/12/2025, n. 32509

Nel riparto di competenza tra il giudice del lavoro e quello del fallimento il discrimine va individuato nelle rispettive speciali prerogative, spettando al primo, quale giudice del rapporto, le controversie riguardanti lo status del lavoratore, in riferimento  ai diritti di corretta instaurazione, vigenza e cessazione del rapporto, della sua  qualificazione e qualità, volte ad ottenere pronunce di mero accertamento oppure costitutive,   come quelle di annullamento del licenziamento e di reintegrazione nel posto di lavoro;  rientrano, viceversa, nella cognizione del giudice del fallimento, al fine di garantire la parità tra i creditori, le controversie relative all'accertamento e alla qualificazione   dei diritti di credito dipendenti dal rapporto di lavoro in funzione della partecipazione al concorso e con effetti esclusivamente endoconcorsuali, ovvero destinate comunque   ad incidere nella procedura concorsuale; salva l'ipotesi dell'accertamento (e di esso  solo) dell'entità dell'indennità risarcitoria da parte del giudice del lavoro, anziché  fallimentare

giovedì 18 dicembre 2025

 In caso do accertamento giydoziale del rapporto di lavoro subordinato l'Inps è tenuta al versamento del tfr tramite fo do di garanzia?


Cass. 15/12/2025, n. 32691

In tema di intervento del Fondo di garanzia ex art. 2 della legge n. 297/1982, l'accertamento giudiziale circa l'esistenza del rapporto di lavoro subordinato, anche se reso in un giudizio cui l'INPS non è stato parte, può essere utilizzato ai  fini previdenziali, qualora tale accertamento risulti supportato da una autonoma valutazione   critica delle risultanze istruttorie e documentali.

mercoledì 17 dicembre 2025

 Come è ripartito l'onere probatorio in caso d'infortunio?

Cass. 15/12/2025, n. 32630

In caso di infortunio sul lavoro, il dipendente ha l'onere di dedurre e provare i  fatti costitutivi del diritto all'indennizzo, dimostrando la riconducibilità dell'affezione denunciata alle modalità concrete di svolgimento delle mansioni inerenti alla  rivestita, nonché la presenza di una causa violenta e occasionale di lavoro. Èla mera deduzione di uno sforzo generico senza ulteriori dettagli.

martedì 16 dicembre 2025

 Come si determina il danno da demansionamento?


Cass. 11/12/2025, n. 32359

Quando il demansionamento di un lavoratore provoca danni sia patrimoniali che non     patrimoniali, è necessario che il giudice distingua e liquidi separatamente il danno  morale e il danno esistenziale-relazionale dal danno biologico e patrimoniale. Il danno morale, associazione autonoma dalla sofferenza interna, e il danno esistenziale,   pregiudizio delle relazioni personali nel contesto lavorativo, non possono essere  inclusi indistintamente sotto una voce unica di risarcimento

lunedì 15 dicembre 2025

 Durante le procedure disciplinari quali documenti deve poter verificare il lavoratore?


 Cass. 11/12/2025, n. 32285


Nella procedura disciplinare, il datore di lavoro non è tenuto a mettere a disposizione   del lavoratore i documenti aziendali relativi ai fatti contestati. Tuttavia, se l'esam    di tali documenti è necessario per una adeguata difesa, il lavoratore ha l'onere di   specificarne la necessità e la rilevanza. La contestazione disciplinare deve essere   sufficientemente dettagliata da permettere al lavoratore di comprendere gli addebiti  e preparare una difesa adeguata, senza estendersi all'indicazione delle fonti di prova