lunedì 30 giugno 2025

 Quando si ha traferimento di ramo d'azienda?


Cass. 26/06/2025, n. 17201


Per configurare legittimamente il trasferimento di un ramo d'azienda, è necessario che l'entità ceduta possieda autonomia funzionale idonea a permetterne lo svolgimento indipendente dell'attività imprenditoriale, compresa la capacità di operare sul mercato verso terzi e non solo nei confronti della cedente. Tale autonomia deve preesistere al trasferimento e non può limitarsi a essere funzionalmente dipendente da attività e mezzi della cedente

venerdì 27 giugno 2025

 Come si effettua il giudizio in merito alla verifica del dirityo a mansioni superiori?

Cass. 25/06/2025, n. 17008


La funzione di controllo interno, anche quando rivestita da un dipendente dotato di autonomia e indipendenza, non implica automaticamente il diritto a un inquadramento superiore rispetto ai responsabili dei settori sottoposti a controllo. La qualificazione del dipendente deve basarsi sulla specifica comparazione delle mansioni svolte con i profili previsti dal contratto collettivo, non sull'inquadramento dei controllati

giovedì 26 giugno 2025

 Quando è rispettato il principio di specificità della contestazione disciplinare?

Cass. 24/06/2025, n. 16925

La specificità della contestazione disciplinare non viene meno se, nella lettera di contestazione degli addebiti, non è menzionato il numero dell'articolo del contratto collettivo ma sono chiaramente descritti i comportamenti di insubordinazione e oltraggio, garantendo la comprensione delle accuse mosse nei confronti del lavoratore. L'immutabilità della contestazione disciplinare non impedisce di considerare fatti non contestati specificamente ma rilevanti per la valutazione della complessiva gravità dell'inadempimento del lavoratore.

mercoledì 25 giugno 2025

Come può superarsi la presunzione in ordine alla conoscenza ex art. 1335 cc?

Cass. 08/05/2025) 15/06/2025, n. 15987


 Il primo motivo si rivela infondato alla stregua dell'orientamento accolto da questa Corte (cfr. Cass. S.U. n. 23874/2024) per cui la conoscenza legale di cui all'art. 1335 c.c. è la risultante di una equivalenza giuridica tra conoscenza e conoscibilità fissata in relazione alla regolare ricezione dell'atto al domicilio del destinatario (equivalenza che in quanto tale non può essere messa in discussione) e di una presunzione iuris tantum suscettibile di prova contraria (qui, però, non valutabile non avendo il ricorrente riportato le istanze istruttorie formulate con conseguente inammissibilità della censura), presunzione che può essere vinta dimostrando che, per fatti oggettivi ed incolpevoli, nonostante che l'atto sia pervenuto nel luogo di destinazione, lo stesso non sia entrato nella sfera di conoscibilità del destinatario, come si desume dallo stesso tenore letterale dell'art. 1335 c.c., che, nell'indicare quale debba essere la prova contraria che il destinatario è tenuto a dare, fa riferimento alla "impossibilità di aver notizia" e non alla conoscenza effettiva dell'atto né, tanto meno, alla sua comprensione.

- Le Sezioni Unite hanno, dunque, dato continuità all'orientamento secondo cui "cui la prova contraria alla presunzione, che il destinatario deve offrire per vincere la stessa, si deve muovere anch'essa su un piano oggettivo e riguardare circostanze che attengano, non alle condizioni soggettive del ricevente, bensì a fattori esterni ed oggettivi che, in quanto attinenti al collegamento del soggetto con il luogo di consegna, siano idonei ad escludere la conoscenza nei termini intesi dal legislatore, ossia, sostanzialmente, la conoscibilità dell'atto

martedì 24 giugno 2025

 Quando l'appalto è illegittimo?


Cass. 16/06/2025, n. 16153


Costituisce intermediazione illecita ogni qual volta l'appaltatore metta a disposizione del committente una prestazione lavorativa, rimanendo eventualmente in capo al medesimo, quale datore di lavoro, i soli compiti di gestione amministrativa del rapporto (quali retribuzione, pianificazione delle ferie, assicurazione della continuità della prestazione), senza tuttavia una reale organizzazione della prestazione stessa, finalizzata ad un risultato produttivo autonomo.

lunedì 23 giugno 2025

 Qual è la competenza territoriale nelle cause di lavoro contro la Pa?


Cass. 15/06/2025, n. 16005


Nelle controversie relative a rapporti di lavoro con la pubblica amministrazione, la disposizione di cui all'art. 413, quinto comma, cod. proc. civ., che radica la competenza per territorio presso il giudice nella cui circoscrizione ha sede l'ufficio al quale il dipendente è addetto, va interpretata nel senso che, in caso di utilizzazione temporanea del dipendente presso altro ufficio appartenente alla stessa amministrazione, la competenza per territorio va senz'altro determinata con riguardo al luogo in cui il lavoratore presta effettivamente servizio, in quanto la "ratio legis" è quella di rendere più funzionale e celere il processo, radicandolo nei luoghi normalmente più vicini alla residenza del dipendente, nei quali sono più agevolmente reperibili gli elementi probatori necessari al giudizio

venerdì 20 giugno 2025

 Quando il licenziamento è dovuto sd una pluralità di fatti' ol venir meno dinuno di essi travolge la risoluzione?


Cass. 17/06/2025, n. 16358


Va, al riguardo, considerato che qualora il licenziamento sia intimato per giusta causa, consistente non in un fatto singolo ma in una pluralità di fatti, ciascuno di essi autonomamente costituisce una base idonea per giustificare la sanzione, a meno che colui che ne abbia interesse non provi che solo presi in considerazione congiuntamente, per la loro gravità complessiva, essi sono tali da non consentire la prosecuzione neppure provvisoria del rapporto di lavoro; ne consegue che, salvo questo specifico caso, ove nel giudizio di merito emerga l'infondatezza di uno o più degli addebiti contestati, gli addebiti residui conservano la loro astratta idoneità a giustificare il licenziamento (cfr. Cass. n. 454 del 14/01/2003, Rv. 559688-01). Non è dunque il datore di lavoro a dover provare di aver licenziato solo per il complesso delle condotte addebitate, bensì la parte che ne ha interesse, ossia il lavoratore, a dover provare che solo presi in considerazione congiuntamente, per la loro gravità complessiva, i singoli episodi fossero tali da non consentire la prosecuzione neppure provvisoria del rapporto di lavoro (In tal senso Cass. n. 18836/2017, Rv. 645250 - 01

giovedì 19 giugno 2025

 Come si determinano le fiornate di lavoro effettivo ai finivdella Naspi?


Cass. 12/06/2025, n. 15660


In tema di accesso ai nuovi trattamenti di disoccupazione (NASpI), il requisito delle "trenta giornate di lavoro effettivo" previsto dall'art. 3, comma 1, lett. c), D.Lgs. n. 22/2015, è integrato non solo dalle giornate di lavoro materialmente eseguito, ma anche dalle giornate di ferie e/o riposo retribuito e da ogni giornata che dà luogo al diritto del lavoratore alla retribuzione e alla relativa contribuzione.

mercoledì 18 giugno 2025

 Il datore di lavo può imporre la vaxcinazione?

Corte giustizia Unione Europea, Sez. X, 12/06/2025, n. 219/24

Sebbene l'articolo 14, paragrafo 3, della direttiva 2000/54, in combinato disposto con i punti 1 e 2 dell'allegato VII di quest'ultima, imponga ai datori di lavoro l'obbligo, qualora esista un vaccino efficace, di consentire l'accesso a un siffatto vaccino ai lavoratori interessati e, correlativamente, conferisca a questi ultimi il diritto di avere accesso a tale vaccino, detta direttiva non prevede se e in quali circostanze i datori di lavoro possano imporre una siffatta vaccinazione al fine di proteggere i lavoratori interessati o altre categorie di persone e, correlativamente, se e in quali circostanze a tali lavoratori possa essere imposto l'obbligo di sottoporsi a detta vaccinazione o se, al contrario, possano rifiutarla.

lunedì 16 giugno 2025

 Come va determinato il danno da perdita della capacità lavorativa?


Cass. 10/06/2025, n. 15451


In materia di risarcimento del danno da incidente stradale, il danno da perdita della capacità lavorativa specifica deve essere valutato alla luce delle prove documentali e delle risultanze della c.t.u. medico-legale, senza essere escluso aprioristicamente per la mancata specificazione della tipologia di rapporto di lavoro o l'asserita impossibilità di determinare un danno "differenziale" attraverso la compensatio lucri cum damn

venerdì 13 giugno 2025

 Come si calcola il preavviso nel licenziamento per gmo connprocedura ex art. 7 sl. 604 del 1966?

Cass. 10/06/2025, n. 15513


Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo acquista rilevanza giuridica sin dal momento di avvio del procedimento conciliativo, ma il lavoratore conserva il diritto al preavviso. L'effetto estintivo del rapporto di lavoro si verifica al compimento del periodo di preavviso, sia esso indicato nel primo atto di avvio della fattispecie complessa o nell'atto finale di licenziamento, calcolato a decorrere dal primo atto della fattispecie complessa. In assenza di preavviso, il lavoratore ha diritto alla relativa indennità sostitutiva, calcolata in misura diversa a seconda che il rapporto di lavoro sia stato interrotto al momento di avvio del procedimento conciliativo oppure no.

giovedì 12 giugno 2025

 Quando il patto di prova è legittimo?

Cass. 09/06/2025, n. 15326

Affinché il patto di prova sia legittimo, è imprescindibile che esso contenga la specifica indicazione delle mansioni in relazione alle quali l'esperimento deve svolgersi, onde consentire un mutuo e accurato giudizio sulla convenienza del contratto di lavoro tra le parti. Un richiamo alle declaratorie del contratto collettivo può soddisfare tale requisito solo se riferito alla nozione classificatoria più dettagliata.

mercoledì 11 giugno 2025

 Le elargizioni economiche riconosciute alle vittime del dovere danno diritto agli interessi?


Cass. 30/05/2025, n. 14603


In materia di elargizioni economiche riconosciute alle vittime del dovere o soggetti equiparati, gli interessi legali sulle somme dovute maturano di diritto in caso di mancato o ritardato adempimento, non potendosi limitare il riconoscimento alla sola rivalutazione monetaria annuale prevista dall'art. 8, L. n. 302/1990.

martedì 10 giugno 2025

 Quando il comportamento tenuto fuori dal luogo di lavoro è disciplinarmente rilevante?


Cass. 04/06/2025, n. 15027

Un comportamento violento tenuto fuori dal luogo e dall'orario di lavoro può essere disciplinarmente rilevante se incide negativamente sull'immagine e reputazione del datore di lavoro, risulta violativo del Codice etico della società e si verifica in un contesto comunque collegato al lavoro, come il periodo di parte

lunedì 9 giugno 2025

 Come si documentano le trasferte?


Cass. 05/06/2025, n. 15053

Ai fini dell'esenzione dalla base retributiva imponibile previdenziale dei rimborsi per spese non documentabili nelle trasferte, l'art. 51, comma 5, D.P.R. n. 917 del 1986 (ex art. 48) richiede che tali rimborsi siano analitici, ossia dettagliati e specificati, anche se non dimostrabili. La mancata analiticità del rimborso preclude l'esenzione prevista dalla normativa.

venerdì 6 giugno 2025

Come deve essere valutata la giusta causa?

Cass. 04/06/2025, n. 14961

Nei rapporti di lavoro a termine, il licenziamento per giusta causa deve essere giustificato da condotte che determinino il venir meno del vincolo fiduciario. La valutazione di giusta causa richiede un'attenta analisi del contesto e delle circostanze complessive in cui sono avvenuti i fatti, tenendo conto della specificità dell'ambiente in cui la prestazione lavorativa è stata resa.

giovedì 5 giugno 2025

 Come determinare l'immediatezza di una contestazione?


Cass. 01/06/2025, n. 14760


In materia di licenziamento disciplinare, l'immediatezza della contestazione è espressione del generale precetto di correttezza e buona fede. Tuttavia, può essere compatibile con un intervallo di tempo più o meno lungo, in ragione della complessità di accertamento della condotta del dipendente e dell'articolata organizzazione aziendale.

mercoledì 4 giugno 2025

 Qiando spetta l'indennità sostitutiva delle ferie al dirigente?


Cass. 22/05/2025, n. 13691


Il dirigente che, pur avendo il potere di attribuirsi il periodo di ferie senza alcuna ingerenza da parte del datore di lavoro, non lo eserciti e non fruisca del periodo di riposo annuale, non ha diritto alla indennità sostitutiva a meno che non provi di non avere potuto fruire del riposo a causa di necessità aziendali assolutamente eccezionali e obiettive.

martedì 3 giugno 2025

 A che tassazione vanno sottoposti gli emolumenti arretrati percepiti in forza di sentenza?


Cass. 29/05/2025, n. 14296


In tema di redditi da lavoro dipendente questa Corte di legittimità ha già chiarito che "gli "emolumenti arretrati" (da assoggettare a tassazione separata) sono tutti quelli "riferibili ad anni precedenti", la cui erogazione o percezione in anni successivi sia effetto di leggi, contratti collettivi, sentenze, atti amministrativi sopravvenuti ovvero di "altre cause" non indicate, le quali, però, debbono essere "non dipendenti dalla volontà delle parti" (v. Cass. n. 19606/2005 e, più recentemente, Cass. n. 3581/2020).


Nella specie, non può revocarsi in dubbio il fatto che le somme percepite dal contribuente (somme percepite nell'anno 2010 e riferite ai diritti sorti e maturati nel periodo dal 19/11/1993 al 30/06/1998 - differenze retributive per mansioni superiori dirigenziali svolte dall'odierno ricorrente) costituiscano emolumenti arretrati assoggettabili a tassazione separata, in quanto tali, tassabili ai sensi dell'art. 21 D.P.R. n. 917/1986, a norma del quale "l'imposta è determinata applicando all'ammontare percepito l'aliquota corrispondente alla metà del reddito complessivo netto del contribuente nel biennio anteriore all'anno in cui è sorto il diritto alla loro percezione ovvero, per i redditi e le somme indicati, rispettivamente, nelle lettere b), c-bis) e n-bis) del comma primo dell'articolo 17 all'anno in cui sono percepiti".


Il dettato legislativo riportato considera emolumenti arretrati tutti quelli riferibili ad anni precedenti, la cui erogazione e conseguente percezione da parte del contribuente sia stata ritardata in anni successivi per effetto di una delle cause ivi riportate, tra cui rientra espressamente l'ipotesi in cui la corresponsione dell'emolumento trovi la propria ragion d'essere in una sentenza, come nel caso che ci occupa.


Il regime di tassazione separata previsto in tali casi persegue la ratio precipua di non gravare oltremodo il contribuente, raggiunto dagli emolumenti in un periodo successivo rispetto a quello di maturazione, assoggettandolo ingiustificatamente ad un regime fiscale deteriore determinato dal cumulo tra i proventi percepiti nell'anno e quelli arretrati.