Il datore di lavoro deve organizzare un sistema organizzativo che consenta la cessione del quinto?
venerdì 9 agosto 2024
giovedì 8 agosto 2024
L'isolamento del lavoratore può determinare il risarcimento del danno non patrimoniale?
Cass. 06/08/2024, n. 22161
Nel contesto del pubblico impiego, l'assegnazione a mansioni forzatamente inattive e situazioni di isolamento lavorativo costituisce una violazione dell'art. 2087 cod. civ., indipendentemente dalla presenza di un intento persecutorio o dall'impatto sulla retribuzione. Tale condotta datoriale può determinare un pregiudizio risarcibile sulla vita professionale e personale del dipendente.
mercoledì 7 agosto 2024
Da quando decorre il termine per la noyifica della contestazione del verbale ispettivo ?
Cass. 05/08/2024, n. 22013
Il termine di novanta giorni per la notifica della contestazione previsto dall'art. 14, comma 2, della L. n. 689 del 1981 decorre non dalla data della violazione, ma dalla data di completamento dell'attività ispettiva intesa a verificare la sussistenza degli elementi oggettivi e soggettivi dell'infrazione. La valutazione della congruità del tempo utilizzato per tale attività è di competenza del giudice di merito e non è sindacabile in sede di legittimità se correttamente motivata.
martedì 6 agosto 2024
Entro quali limiti possono utilizzarsi i servizi di agenzie investigative con il lavoratore in malattia?
Cass. 02/08/2024, n. 21766
Con il primo motivo di ricorso parte ricorrente deduce, ex art. 360, comma 1 n. 3 c.p.c., violazione e falsa applicazione degli artt. 5 nonché 3 e 4 L. n. 300/1970, censurando la sentenza impugnata per avere ritenuto legittimi gli accertamenti investigativi disposti dalla società datrice di lavoro, accertamenti che assume sostanzialmente intesi alla verifica della idoneità al lavoro del dipendente e del suo stato di malattia, e pertanto espletati in violazione dei limiti posti dal legislatore in materia ed in particolare in violazione del combinato disposto degli artt. 3 e 5 L. 300/1970 che riserva solo agli Istituti Specializzati di diritto pubblico il controllo sulla idoneità fisica del lavoratore a rendere la prestazione lavorativa;
il primo motivo di ricorso è infondato;
3.1. non sussiste la denunziata violazione dei limiti entro i quali è consentito al datore di lavoro lo svolgimento di accertamenti investigativi; come correttamente evidenziato dalla Corte di merito, gli accertamenti disposti dalla società erano legittimi in quanto non avevano finalità di tipo sanitario ma miravano a verificare se le plurime specifiche condotte extralavorative, poi contestate, fossero o meno compatibili con la malattia addotta dal lavoratore per giustificare l'assenza dal lavoro e dunque l'idoneità della predetta malattia a determinare uno stato di incapacità lavorativa; premesso che non è validamente contrastata l'affermazione relativa alla finalità degli accertamento investigativi in oggetto, la sentenza impugnata è in diritto corretta in quanto conforme alla giurisprudenza di questa Corte che ha costantemente affermato la legittimità del controlli affidati ad agenzie investigative, anche al di fuori di locali aziendali, ove non aventi ad oggetto l'espletamento dell'attività lavorativa, e che le disposizioni dell'art. 5 st. lav., che vietano al datore di lavoro di svolgere accertamenti sulle infermità per malattia o infortunio del lavoratore dipendente e lo autorizzano a effettuare il controllo delle assenze per infermità solo attraverso i servizi ispettivi degli istituti previdenziali competenti, non precludono al datore medesimo di procedere, al di fuori delle verifiche di tipo sanitario, ad accertamenti di circostanze di fatto atte a dimostrare l'insussistenza della malattia o la non idoneità di quest'ultima a determinare uno stato d'incapacità lavorativa rilevante e, quindi, a giustificare l'assenza (Cass. n. 11697/2020, Cass. n. 15094/2018, Cass. n. 25162/2014, Cass. n. 6236/2001);
lunedì 5 agosto 2024
Come effettuare l'interpretazione delle clausole contrattuali?
Cass. 30/07/2024, n. 21207
Nell'interpretazione delle clausole contrattuali, è lecito applicare sia il criterio di interpretazione letterale sia quello di interpretazione complessiva delle clausole, purché tale approccio risulti coerente con le regole ermeneutiche. In particolare, una clausola che preveda una remunerazione per ogni regolarizzazione effettuata, indipendentemente dall'effettiva esazione, deve essere interpretata valorizzando il significato letterale della previsione senza collegare il diritto alla remunerazione all'avvenuto incasso.
sabato 3 agosto 2024
Quando sorge il diritto ai buoni pasto nella sanità pubblica?
Cass. 31/07/2024, n. 21440
Il diritto alla mensa correlato all'erogazione dei buoni pasto per i dipendenti turnisti del comparto sanità è strettamente legato al diritto alla pausa lavorativa prevista dall'art. 8 del D.Lgs. n. 66 del 2003, quando l'orario di lavoro giornaliero eccede le sei ore. Questo diritto, dunque, è esercitabile solo in relazione alla particolare articolazione dell'orario che prevede un intervallo non lavorato per la consumazione del pasto. Il buono pasto non ha natura retributiva ma costituisce un'erogazione di carattere assistenziale, volta a conciliare le esigenze di servizio con le esigenze quotidiane del lavoratore. Il diritto ad usufruirne dipende dalla contrattazione collettiva che lo prevede, dovendosi quindi fare riferimento ai contratti collettivi di settore.
giovedì 1 agosto 2024
Quando si realizza la modifica della contestazione disciplinare?
Cass. 30/07/2024, n. 21351
Non sussiste violazione del principio di immutabilità della contestazione disciplinare se, all'interno della lettera di contestazione, l'addebito si fonda sull'incompatibilità delle attività svolte dal lavoratore con lo stato di salute dichiarato, valutata secondo un giudizio ex ante, anche se un'espressione specifica della lettera può sembrare connotata da un giudizio ex post.