Quando può essere anticipato il TFR ?
In base all’art. 2120 cc “il
prestatore di lavoro, con almeno otto anni di servizio presso lo stesso datore
di lavoro, può chiedere, in costanza di rapporto di lavoro, una anticipazione
non superiore al 70 per cento sul trattamento cui avrebbe diritto nel caso di
cessazione del rapporto alla data della richiesta.
Le richieste sono soddisfatte
annualmente entro i limiti del 10 per cento degli aventi titolo, di cui al
precedente comma, e comunque del 4 per cento del numero totale dei dipendenti.
La richiesta deve essere
giustificata dalla necessità di:
a) eventuali spese sanitarie per
terapie e interventi straordinari riconosciuti dalle competenti strutture
pubbliche;
b) acquisto della prima casa di
abitazione per sé o per i figli, documentato con atto notarile[1].
L'anticipazione può essere
ottenuta una sola volta nel corso del rapporto di lavoro e viene detratta, a
tutti gli effetti, dal trattamento di fine rapporto.
Occorre ricordare che “condizioni di miglior favore possono essere
previste dai contratti collettivi o
da patti individuali. I contratti collettivi possono altresì stabilire
criteri di priorità per l'accoglimento delle richieste di anticipazione.”
Infine, in forza dell’art. 7
della legge 53 del 2000 “il trattamento
di fine rapporto può essere anticipato
ai fini delle spese da sostenere durante i periodi di fruizione dei congedi
di cui all'articolo 7 comma 1 della legge 1971 n. 1204 (congedo parentale),
come sostituito dall'articolo 3, comma 2, della presente legge, e di cui agli
articoli 5 e 6 della presente legge. L'anticipazione è corrisposta unitamente
alla retribuzione relativa al mese che precede la data di inizio del congedo.
Le medesime disposizioni si applicano anche alle domande di anticipazioni per
indennità equipollenti al trattamento di fine rapporto, comunque denominate,
spettanti a lavoratori dipendenti di datori di lavoro pubblici e privati”.
[1] La
Corte costituzionale, con sentenza 18 marzo-5 aprile 1991, n.
142 (Gazz. Uff. 10 aprile 1991, n. 15 - Prima serie speciale), ha dichiarato
l'illegittimità dell'ottavo comma, lett. b) dell’art. 2120 cc, come novellato dall'art.
1 l . 1982
n. 297, nella parte in cui non prevede la possibilità di concessione
dell'anticipazione in ipotesi di acquisto "in itinere" comprovato con
mezzi idonei a dimostrarne l'effettività.
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