Il giudice può disapplicare il salario previsto da un ccnl se viola l'art. 36 Costituzione?
lunedì 30 ottobre 2023
venerdì 27 ottobre 2023
È costituzionalmente legittimo la sospensione dall'albo degli esercenti le professioni sanitarie diversi dagli operatori sanitari, ed in particolare agli iscritti nell'albo dei chimici e dei fisici in caso di mancata vaccinazione?
giovedì 26 ottobre 2023
Esiste la possibilità di ottenere danni ulteriori rispetto l'indennità ex art. 18 l. 300 del 1960 in caso di licenziamento illegittimo?
mercoledì 25 ottobre 2023
Quando il rifiuto di trasformare il rapporto in part time può giustificare il licenziamento per gmo?
Cass. 23/10/2023, n. 29337
Il rifiuto del lavoratore di trasformare il proprio rapporto di lavoro a tempo pieno in rapporto a tempo parziale, o viceversa, non costituisce giustificato motivo di licenziamento. La previsione di tale disposizione non preclude la facoltà di recesso per motivo oggettivo in caso di rifiuto del part time (o viceversa del full time), ma comporta una rimodulazione del giustificato motivo oggettivo e dell'onere della prova posto a carico di parte datoriale. In tal caso, ai fini del giustificato motivo oggettivo, occorre che sussistano o siano dimostrate dal datore di lavoro le effettive esigenze economiche ed organizzative tali da non consentire il mantenimento della prestazione a tempo pieno (o parziale), ma solo con l'orario differente richiesto; l'avvenuta proposta al dipendente o ai dipendenti di trasformazione del rapporto di lavoro a tempo parziale ed il rifiuto dei medesimi; l'esistenza di un nesso causale tra le esigenze di riduzione (o aumento) dell'orario ed il licenziamento. Il rifiuto della trasformazione del rapporto di lavoro part time, come articolato, diventa pertanto una componente del più ampio onere della prova del datore che comprende le ragioni economiche da cui deriva la impossibilità di continuare ad utilizzare la prestazione a tempo parziale e l'offerta del full time rifiutata. Ciò perché il licenziamento non deve essere intimato a causa del rifiuto ma a causa della impossibilità di utilizzo della prestazione a tempo parziale e del rifiuto di trasformazione del rapporto in full time.
martedì 24 ottobre 2023
Quando si realizza l'ipotesi di alterazione o manomissione del sistema di rilevazione delle presenze stabilite dall'art. 55 quater dell dlgs 165 del 2001?
lunedì 23 ottobre 2023
Su quali basi si fonda la responsabilità datoriale per mobbing?
sabato 21 ottobre 2023
Possono essere concordate sospensioni di attività e che conseguenze anno?
Cass. 18/10/2023, n. 28862
Pur in presenza di un rapporto di lavoro subordinato full time, il datore di lavoro può provare sospensioni concordate delle prestazioni lavorative e delle correlative retribuzioni anche per facta concludentia. Una volta raggiunta la prova di tali sospensioni, esse si traducono in clausole tacite integrative del contratto individuale di lavoro full time e, una volta integrato in tal modo il contratto, eventuali modifiche successive di quelle sospensioni concordate richiedono un nuovo consenso del lavoratore e quindi non possono essere disposte né imposte unilateralmente dal datore di lavoro.
venerdì 20 ottobre 2023
In caso di violazione della consultazione sindacale prevista dalla legge 223 del 1991 è possibile con l'accertamento dell'antisindacalità far revocare i licenziamenti?
mercoledì 18 ottobre 2023
Su chi incombe l'onere di provare gli straordinari?
martedì 17 ottobre 2023
Come devono essere svolti i controlli difensivi?
Cass. 11/10/2023, n. 28378
lunedì 16 ottobre 2023
Quando la recidiva diviene elemento costitutivo del licenziamento?
sabato 14 ottobre 2023
giovedì 12 ottobre 2023
Quando occorre effettuare il rinvio alla Corte di giustizia Europea?
Cass. 28/09/2023, n. 27525
Quando devo essere accertata la sussistenza dei requisiti per l'indennità di accompagnamento?
Cass. 28/09/2023, n. 27525
In materia di indennità di accompagnamento, il giudice è chiamato a verificare d'ufficio la fondatezza della domanda del beneficio e, dunque, la sussistenza dei requisiti cui la prestazione in esame è subordinata. Se a seguito di tale verifica è accertato che ab origine difettavano i requisiti per concedere l'indennità diviene irrilevante che, solo in epoca successiva, gli stessi siano stati soddisfatti.
martedì 10 ottobre 2023
Che funzione hanno le "una tantum" dei ccnl?
Cass. 06/10/2023, n. 28186
L'onere di disconoscimento della scrittura privata su chi grava?
Cass. 28/09/2023, n. 27525
L'onere del disconoscimento della scrittura privata, stabilito dall'art. 215, primo comma, n. 2 c.p.c., grava esclusivamente sul soggetto che appare essere l'autore della sottoscrizione e non già su colui che contesti l'opponibilità del documento, siccome non recante alcuna sottoscrizione a lui riferibile; con la conseguenza che, quando il contenuto della scrittura privata inter alios sia contestato, il documento non viene in rilievo come prova legale e la corrispondenza a verità o meno del suo contenuto, dimostrabile con ogni mezzo di prova, è affidata al libero apprezzamento del giudice
venerdì 6 ottobre 2023
La violazione degli obblighi lavorativi può comportare il dovere di risarcire del danno?
giovedì 5 ottobre 2023
Come si determina la giusta retribuzione ex art.36 cost. ?
mercoledì 4 ottobre 2023
Quando si applica l'IRAP?
Cass. 02/10/2023, n. 27779
In materia di IRAP, il requisito previsto dall'art. 2 del D.Lgs. 15 settembre 1997, n. 446, il cui accertamento spetta al giudice di merito ed è insindacabile in sede di legittimità se congruamente motivato, ricorre quando il contribuente sia, sotto qualsiasi forma, il responsabile dell'organizzazione (e non sia, quindi, inserito in strutture organizzative riferibili ad altrui responsabilità ed interesse) ed impieghi beni strumentali eccedenti, secondo l'id quod plerumque accidit, il minimo indispensabile per l'esercizio dell'attività in assenza di organizzazione, oppure si avvalga in modo non occasionale di lavoro altrui che superi la soglia dell'impiego di un collaboratore che esplichi mansioni di segreteria ovvero meramente esecutive. Detto requisito non può automaticamente farsi discendere dalla titolarità di quota societaria in ente che svolge attività similare.
Quando si configura la causa violenta ai fini della sussistenza dell'infortunio?
Cass. 25/09/2023, n. 27279
Ai fini della tutela prevista dal D.P.R. 30 giugno 1965, n. 1124, art. 2, secondo la quale l'assicurazione comprende tutti i casi di infortunio avvenuti per causa violenta in «occasione di lavoro», non è sufficiente che sussista la causa violenta e che tale causa abbia coinvolto l'assicurato nel luogo ove egli svolge le sue mansioni - comprensivo del percorso da e per il lavoro - ma è necessario che tale causa sia connessa all'attività lavorativa, nel senso cioè che inerisca a tale attività o sia, almeno, occasionata dal suo esercizio.
lunedì 2 ottobre 2023
Come deve essere valutato l'ammontare del reddito percepito ai fini i della determinazione dell'occasionalità di un'attività?
Cass. 28/09/2023, n. 27531