Quando il datore di lavoro può ricorrere ad agenzie investigative?
Quando il datore di lavoro può ricorrere ad agenzie investigative?
Come è calcolata l'indennità risarcitoria ex art. 18 comma 4 legge 300 del 1970?
Cass. 18/04/2023, n. 10363
In base all'art. 18, comma 4, della legge n. 300 del 1970, come modificato dall'art. 1, comma 42, della legge n. 92 del 2012, la determinazione dell'indennità risarcitoria deve avvenire attraverso il calcolo dell'ultima retribuzione globale di fatto dal giorno del licenziamento sino a quello dell'effettiva reintegrazione, dedotto quanto il lavoratore ha percepito, nel periodo di estromissione, a titolo di "aliunde perceptum" o "percipiendum", e, comunque, entro la misura massima corrispondente a dodici mensilità della retribuzione globale di fatto, senza che possa attribuirsi rilievo alla collocazione temporale della o delle attività lavorative svolte dal dipendente licenziato nel corso del periodo di estromissione; se il risultato di questo calcolo è superiore o uguale all'importo corrispondente a dodici mensilità di retribuzione, l'indennità va riconosciuta in misura pari a tale tetto massimo
Quando il lavoratore può rifiutarsi di svolgere mansioni non rientranti nella propria qualifica?
Cass. 8/04/2023, n. 10227
Il lavoratore adibito a mansioni non rispondenti alla qualifica può chiedere giudizialmente la riconduzione della prestazione nell'ambito della qualifica di appartenenza, ma non può rifiutarsi senza avallo giudiziario di eseguire la prestazione richiestagli, essendo egli tenuto a osservare le disposizioni per l'esecuzione del lavoro impartite dall'imprenditore, ai sensi degli artt. 2086 e 2104 cod. civ., da applicarsi alla stregua del principio sancito dall'art. 41 Cost., e potendo egli invocare l'art. 1460 cod. civ. solo in caso di totale inadempimento del datore di lavoro, o che sia tanto grave da incidere in maniera irrimediabile sulle esigenze vitali del lavoratore medesimo
Quando può essere erogato l'assegno sociale ai familiari stranieri di cittadini italiani o comunitaria che esercitano il ricongiungimento?
La chiamata di terzo nel processo del lavoro come è disciplinata?
In base all'art. 420 comma 9 cpc:
A chi spetta la competenza per i rapporti di agenzia con società?
Cass. 05/04/2023, n. 9431
Le controversie relative al rapporto di agenzia appartengono alla competenza per materia del Tribunale, in funzione di giudice del lavoro, ai sensi dell'art. 409, n. 3, cod. proc. civ. solo quando quel rapporto si concreti in una prestazione d'opera continuativa e coordinata, prevalentemente personale; tale carattere manca, con conseguente esclusione dell'applicazione del rito del lavoro, nel caso in cui l'agente sia una società di persone o di capitali, una società di fatto o irregolare, ovvero abbia organizzato la propria attività con criteri imprenditoriali, tali da far concludere che si limiti ad organizzare e dirigere i suoi collaboratori, non realizzando una collaborazione meramente ausiliaria dell'attività altrui, ma gestendo un'impresa autonoma propria, in quanto è proprio la creazione di un autonomo centro di imputazione quale costituito dalla società, anche di persone, ad escludere il carattere del rapporto che ne consentirebbe l'inclusione nel novero di quelli disciplinati dal citato art. 409, n. 3, cod. proc. civ.
Far timbrare un altro soggetto quando non si è ancora giunti sul luogo di lavoro può costituire giusta causa di licenziamento?
Cass. 18/04/2023, n. 10239
L'attività di integrazione del precetto normativo di cui all'art. 2119 c.c. (norma cd. elastica), compiuta dal giudice di merito - ai fini della individuazione della giusta causa di licenziamento - non può essere censurata in sede di legittimità se non nei limiti di una valutazione di ragionevolezza del giudizio di sussunzione del fatto concreto, siccome accertato, nella norma generale, ed in virtù di una specifica denuncia di non coerenza del predetto giudizio rispetto agli standard, conformi ai valori dell'ordinamento, esistenti nella realtà sociale. In tal senso, è oggettivamente grave la condotta di chi in maniera truffaldina consegni ad altri il tesserino attestante la sua presenza in azienda, facendolo timbrare per risultare presente quando ancora non aveva raggiunto il luogo di lavoro.
In materia di gare di appalto è possibile proporre un costo del lavoro inferiore alle tabelle ministeriali?
T.A.R. Campania Napoli, Sez. III, 03/04/2023, n. 2069
In materia di appalti pubblici, pur costituendo i valori (anche orari) del costo del lavoro risultanti dalle tabelle ministeriali un semplice parametro di valutazione della congruità dell'offerta, con la conseguenza che ogni eventuale scostamento dalle stesse non implica necessariamente un giudizio di anomalia, è tuttavia doveroso dubitare della congruità dell'offerta medesima ogni volta che la discordanza dalle tabelle ministeriali sia considerevole e palesemente ingiustificata. In particolare, la giustificazione dello scostamento dai valori tabellari per le ore annue mediamente non lavorate deve, in sede di verifica di anomalia, risultare approfondita e deve essere accompagnata da elementi probatori significativi ed univoci, trattandosi di un dato che è influenzato da eventi, quali malattie, infortuni e maternità, che non rientrano nella disponibilità dell'impresa.
Nel rito del lavoro cosa determina l'omessa notificazione dell'appello?
Il rapporto convenzionale con i medici di base ed i pediatri con il Servizio Sanitario Nazionale da cosa è regolamento?
Che effetti ha il fallimento sul contratto di agenzia?
Quando la mancata comunicazione di informazioni all'ispettorato costituisce reato?
Cass. pen., Sez. III, 13/01/2023, n. 15237
La disposizione di cui all'art. 4, ultimo comma, della legge n. 628 del 1961, sanziona penalmente coloro che, legalmente richiesti dall'Ispettorato del lavoro di fornire notizie, "non le forniscano o le diano scientemente errate ed incomplete". II precetto si incentra, dunque, sulla richiesta legale da parte dell'Ispettorato del lavoro, cui il destinatario non risponda o risponda in modo consapevolmente scorretto. Proprio per questo l'effettiva conoscenza della richiesta deve essere ritenuta necessaria, perché fonte diretta dell'obbligo sanzionato penalmente, cosicché non può essere ritenuta sufficiente una notificazione per compiuta giacenza, la quale esclude, per definizione, l'effettiva conoscenza dell'atto da parte del destinatario.
Nb art. 4 l. 628 del 1961
A chi è devoluta la verifica dei motivo posti alla base del licenziamento collettivo?
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A chi spetta l'assegno di natalità?
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