lunedì 30 dicembre 2024

 Come è regolamentata la durata del patto di prova dalla legge 203 del 2024?

In forza dell'art. 13 l. 203 del 2024 (in vigore dal 12 gennaio 2025)

1 . All'articolo 7, comma 2, del decreto legislativo 27 giugno 2022, n. 104, dopo il primo periodo sono

inseriti i seguenti:

«Fatte salve le disposizioni più favorevoli della contrattazione collettiva, la durata del periodo di prova

è stabilita in un giorno di effettiva prestazione per ogni quindici giorni di calendario a partire dalla data di inizio del rapporto di lavoro. In ogni caso la durata del periodo di prova non può essere

inferiore a due giorni né superiore a quindici giorni, per i rapporti di lavoro aventi durata non superiore

a sei mesi, e a trenta giorni, per quelli aventi durata superiore a sei mesi e inferiore a dodici mesi».

sabato 28 dicembre 2024

 Quando si applica la tutela reontegratoria in caso di licenziamento disciplinare ex dlgs 23 del 2015?


Cass. 20/12/2024, n. 33531


Ove risulti che i fatti contestati al lavoratore siano del tutto insussistenti e che la contestazione disciplinare sia talmente generica da impedire il diritto di difesa, si applica la tutela reintegratoria prevista dall'art. 3, comma 2, D.Lgs. n. 23 del 2015

lunedì 23 dicembre 2024

 Chi assume la funzione di committente ai fini della sicurezza sul lavoro?


Cass. pen., Sez. IV, 03/12/2024, n. 46718


Nel contesto della sicurezza sul lavoro, la qualifica di committente può essere attribuita a chiunque abbia un interesse diretto nella realizzazione dell'opera, non necessariamente al proprietario dell'immobile. Un committente è colui che ha affidato i lavori e che assume su di sé gli obblighi di sicurezza previsti dal D.Lgs. n. 81 del 2008, incluso l'obbligo di verificare l'idoneità tecnico-professionale del soggetto incaricato, indipendentemente dalla forma di partecipazione o dalla delega formale dei compiti di controllo.

sabato 21 dicembre 2024

 Quando le espressioni offensive verso il datore di lavoro possono determinare il licenziamento?

Cass. 18/12/2024, n. 33074

Le espressioni offensive nei confronti del datore di lavoro non possono costituire giusta causa di licenziamento quando siano contenute in comunicazioni interne dirette a un determinato gruppo di persone, come una mailing list riservata agli iscritti sindacali, e non a una moltitudine indeterminata; in tal caso, il contesto limitato giustifica la critica formale esorbitante senza ledere la reputazione aziendale.

giovedì 19 dicembre 2024

 Da quando decorre la prescrizione triennale dell'azione di regresso dell'Inail?


Cass. 13/12/2024, n. 32280


Il termine triennale di prescrizione dell'azione di regresso dell'Inail, ai sensi dell'art. 112 D.P.R. n. 1124 del 1965, decorre dal momento della liquidazione dell'indennizzo al danneggiato, salvo il caso in cui sia stato avviato, entro tale termine, un procedimento penale per il reato di lesioni colpose o omicidio colposo in relazione all'infortunio, la cui conclusione definitiva sposta in avanti il dies a quo della prescrizione.

mercoledì 18 dicembre 2024

 


Il dirigente medico ha diritto a vedersi remunerati gli straordinari?

Cass. 16/12/2024, n. 32663

Il dirigente medico nel pubblico impiego, la cui retribuzione mensile è stabilita in misura omnicomprensiva di tutte le prestazioni rese, non ha diritto ad essere compensato per il lavoro eccedente rispetto all'orario indicato dalla contrattazione collettiva, anche se tale eccedenza sia dipesa dall'erroneo criterio di calcolo del debito orario adottato dall'ASL. In tal caso, il medico potrà eventualmente far valere la responsabilità datoriale a titolo risarcitorio ove dimostri di aver subito un concreto pregiudizio alla salute, alla personalità morale o al riposo.






martedì 17 dicembre 2024

 L'ammi istrarore di condominio risponde delle omissioni contributive del condominio?


Tribunale Torino, Sez. lavoro, 05/03/2024, n. 573


L'amministratore di condominio può essere chiamato a responsabilità diretta, per avere materialmente concorso, con atti o comportamenti, alla commissione delle infrazioni (nella fattispecie: omissione contributiva).

lunedì 16 dicembre 2024

 Come è ripartita la giurisdizione nel pubblico impiego?

T.A.R. Campania Napoli, Sez. III, 10/12/2024, n. 6947

In materia di pubblico impiego privatizzato la riserva in via residuale della giurisdizione amministrativa, contenuta nel citato art. 63, co. 4, d.lgs. n. 165/01 concerne esclusivamente le procedure concorsuali, strumentali alla costituzione del rapporto con la P.A., che si sviluppano fino all'approvazione della graduatoria, ma non riguardano i successivi atti che attengono alla fase esecutiva. La linea di demarcazione tra giurisdizioni è individuata nell'approvazione della graduatoria finale della procedura, che chiude la fase prettamente procedimentale caratterizzata dall'esercizio del pubblico potere, all'esito della quale l'Amministrazione è chiamata ad agire nella veste di datrice di lavoro secondo modelli di condotta prettamente privatistici. (Dichiara inammissibile.)

venerdì 13 dicembre 2024

 Come è determinato il nesso di causalità nella malattia professionale?


Tribunale Bologna, Sez. lavoro, 04/04/2024, n. 324

Il nesso di causalità relativo all'origine professionale della malattia non può essere oggetto di semplici presunzioni tratte da ipotesi tecniche teoricamente possibili, ma necessità di una concreta e specifica dimostrazione che può essere data anche in termini di probabilità sulla base della fattispecie, essendo impossibile nella maggior parte dei casi ottenere la certezza eziologica. È necessario acquisire il dato della probabilità qualificata attraverso ulteriori elementi idonei a tradurre la conclusione probabilistica in certezza giudiziale.






giovedì 12 dicembre 2024

L'indennità di mensa ha valore retributivo?

Cass. 10/12/2024, n. 31719

Nella disciplina dettata dall'art. 6, comma 3, D.L. 11 luglio 1992 n. 333, convertito con modificazioni in L. 8 agosto 1992 n. 359, il valore del servizio mensa e l'importo della prestazione sostitutiva percepita da chi non usufruisce del servizio aziendale non fanno parte della retribuzione a nessun effetto attinente ad istituti legali e contrattuali del rapporto di lavoro, salva la possibilità di una diversa previsione - nel senso che il servizio mensa debba considerarsi come retribuzione in natura - da parte dei contratti collettivi nazionali e aziendali, anche se stipulati anteriormente all'entrata in vigore del citato decreto

mercoledì 11 dicembre 2024

 

Quando spetta l'assegno sociale?

Corte d'Appello Firenze, Sez. lavoro, Sentenza, 07/05/2024, n. 253

Ai fini del diritto alla corresponsione dell'assegno sociale ai sensi dell'art. 3, comma 6, L. n. 335/1995, unico requisito è rappresentato dallo stato di bisogno effettivo del titolare, desunto dall'assenza di redditi o dall'insufficienza di quelli percepiti in misura inferiore al limite massimo stabilito dalla legge, restando irrilevanti eventuali altri indici di autosufficienza economica o redditi potenziali, quali quelli derivanti dall'assegno di mantenimento che il titolare abbia omesso di richiedere al coniuge separato, e senza che tale mancata richiesta possa essere equiparata all'assenza di uno stato di bisogno.

martedì 10 dicembre 2024

 Nel pubblico impiego cosa determina l'illegittima  reiterazione di contratti a termine?

Corte d'Appello Genova, Sez. lavoro, Sentenza, 06/07/2022, n. 174


In materia di pubblico impiego privatizzato, nell'ipotesi di abusiva reiterazione di contratti a termine, la misura risarcitoria prevista dall'art. 36, comma 5, del D. Lgs. n. 165 del 2001, va interpretata in conformità al canone di effettività della tutela affermato dalla Corte di Giustizia UE, sicché può farsi riferimento alla fattispecie omogenea di cui all'art. 32, comma 5, della L. n. 183 del 2010, quale danno presunto, con valenza sanzionatoria e qualificabile come "danno comunitario", determinato tra un minimo ed un massimo, salva la prova del maggior pregiudizio sofferto.

lunedì 9 dicembre 2024

 Quando si ha l'obbligo di consegnare la busta al lavoratore?



Tribunale Roma, Sez. lavoro, 07/10/2024, n. 9822


Benché gli artt. 1 e 3 della legge n. 4 del 1953 riferiscano l'obbligo del datore di lavoro di consegna del prospetto paga "all'atto della corresponsione della retribuzione" ed al "momento stesso in cui viene consegnata la retribuzione", si ritiene che tali disposizioni debbano essere interpretate nel senso di riferire l'obbligo di consegna al momento in cui sorge il diritto al pagamento della retribuzione ciò al fine di consentire al lavoratore di verificare immediatamente la corrispondenza con la retribuzione ricevuta, essendo evidente che il sorgere di un'obbligazione stabilita dalla legge non può dipendere da un fatto - il pagamento - rimesso alla volontà del debitore. Ne consegue che il datore di lavoro il quale non provveda alla corresponsione della retribuzione non può ritenersi, in conseguenza di tale inadempimento, esentato anche dall'obbligo di consegna al lavoratore della busta paga. In tal caso, infatti, se da un lato tale adempimento non ha più la finalità di consentire al lavoratore di confrontare la corrispondenza tra quanto di fatto percepito e quanto riportato in busta paga, dall'altro, soddisfa comunque l'esigenza del lavoratore di avere contezza dell'ammontare del proprio credito anche al fine di approntare una tutela delle proprie ragioni eventualmente anche in sede giudiziaria 

sabato 7 dicembre 2024

 Come si determina la causalità omissiva nell'infortunio?

Cass. pen., Sez. IV, 19/09/2024, n. 43717


In materia di responsabilità civile per infortuni sul lavoro, il giudizio sulla causalità omissiva può avvalersi del criterio della "prevalenza probabilistica" (più probabile che non), purché supportato da una dettagliata ricostruzione fattuale, identificando specificamente come le omissioni abbiano contribuito causalmente al verificarsi dell'evento.

giovedì 5 dicembre 2024

La regolarità contributiva richiesta dall'art. 1 comma 1175 l. 296 del 2006 si riferisce solo al Durc?



Cass. 02/12/2024, n. 30788

Il mero possesso del Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) non costituisce prova definitiva della regolarità contributiva del datore di lavoro. La condizione di regolarità contributiva, richiesta dall'art. 1, comma 1175, della legge n. 296 del 2006, implica, oltre al possesso del DURC, l'assenza di violazioni degli obblighi normativi e contrattuali in materia di lavoro e legislazione sociale.

mercoledì 4 dicembre 2024

Lo svolgimento di mansioni diverse durante la prova cosa determina?

Cass. 02/12/2024, n. 30810

L'accertamento di mansioni diverse da quelle specificamente pattuite nel patto di prova comporta la dichiarazione dell'illegittimità del licenziamento e può determinare l'istituzione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato. La tutela risultante dall'annullamento del patto di prova per mansioni diverse è limitata ad una tutela risarcitoria.

martedì 3 dicembre 2024

 Fino a che età può essere  riconosciuta la pensione di inabilità?


Cass. 27/11/2024, n. 30541


Va allora richiamato il costante orientamento di questa Corte (Cass. 23117/17, Cass. 9558/21, Cass. 24849/22) secondo cui la pensione di inabilità non può essere riconosciuta quando il perfezionamento della condizione di invalidità si sia avuto dopo il compimento del sessantacinquesimo anno di età e, nel presente caso, dei 65 anni e 7 mesi di età.

lunedì 2 dicembre 2024

 La falsità dei documeti posti alka base dell'assunzione nel pubblico impiego possono determinare il licenziamento?



Cass 27/11/2024, n. 30535

Le falsità documentali o dichiarative ai fini dell'accesso al lavoro pubblico o delle progressioni di carriera sono suscettibili di sanzione con il licenziamento ai sensi dell'art. 55-quater del D.Lgs. n. 165 del 2001, anche se accertate successivamente alla cessazione del rapporto di lavoro, qualora siano emerse irregolarità che rendano necessaria l'attivazione del potere disciplinare.

sabato 30 novembre 2024

 La simulazione della malattia consente il licenziamento?


Cass. 27/11/2024, n. 30551

La simulazione della malattia o il comportamento del lavoratore idoneo a pregiudicare o ritardare il recupero delle energie lavorative può legittimare il licenziamento. L'onere di provare tali circostanze spetta al datore di lavoro, che può ricorrere a qualsiasi mezzo di prova, inclusa la consulenza tecnica d'ufficio disposta dal giudice.

giovedì 28 novembre 2024

 Su chi grava l'onere di provare le ragioni poste alla base del licenziamento?




Corte d'Appello Venezia, Sez. lavoro, Sentenza, 06/10/2023, n. 608

In tema di lavoro subordinato, va osservato che nelle controversie di licenziamento è principio generale quello secondo cui l'onere di provare gli addebiti e le condotte giustificanti il recesso, gravi integralmente sul datore di lavoro. Orbene, una volta raggiunta la prova in ordine alla sussistenza delle ragioni giustificatrici del recesso, il provvedimento datoriale è da ritenersi legittimo e meritevole di conferma all'esito del giudizio di impugnazione.

mercoledì 27 novembre 2024

 Quando matura il diritto alla pensione di anzianità?


Cass. 25/11/2024, n. 30315


Il diritto alla pensione di anzianità matura con il completamento dei requisiti contributivi, indipendentemente dalla presentazione della domanda amministrativa al fine della sua corresponsione. Tale diritto entra nel patrimonio dell'assicurato e può essere trasmesso agli eredi, i quali sono legittimati a richiedere la reversibilità del trattamento di anzianità nonostante l'assenza di una domanda presentata dal de cuius.

martedì 26 novembre 2024

 L'insussistenza del fatto posto a fondamento del gmo cosa determina?


Cass. 20/11/2024, n. 29914


La dichiarazione di illegittimità costituzionale dell'art. 18, comma 7, secondo periodo, della L. n. 300 del 1970 (Statuto dei Lavoratori) rende applicabile la tutela reintegratoria nei casi di insussistenza del fatto a fondamento del licenziamento per giustificato motivo oggettivo, indipendentemente dalla valutazione della manifesta insussistenza del motivo di recesso.

lunedì 25 novembre 2024

 Entro quando può essere rilevata l'incompetenza d'uffocio da parte del giudice nel rito del lavoro?


Cass. 20/11/2024, n. 29856

Nel rito del lavoro, la disposizione dell'art. 428, comma 1, cod. proc. civ. - secondo la quale l'incompetenza può essere rilevata d'ufficio non oltre l'udienza di cui all'art. 420 cod. proc. civ. - va intesa nel senso che detta incompetenza può essere rilevata non oltre la prima udienza "in senso cronologico" e, cioè, in riferimento a quella fissata con il decreto ex art. 415 cod. proc. civ.; peraltro, qualora nella prima udienza venga espletata soltanto un'attività, necessariamente preliminare alla delibazione da parte del giudice sulla sua competenza, che non si esaurisca con conseguente rinvio ad un'udienza successiva per il suo completamento, deve considerarsi tempestivo il rilievo dell'incompetenza svolto in tale seconda udienza, che, costituendo mero naturale sviluppo della precedente, va individuata come "prima udienza" agli effetti dell'art. 38, comma 3, cod. proc. civ. 

sabato 23 novembre 2024

 Il dirogente medico che svolge un numero maggiore di ore ha diritto ad un compenso supplementare?


Cass. 20/11/2024, n. 29969



In virtù del principio di onnicomprensività, la retribuzione mensile del dirigente medico include tutte le prestazioni lavorative rese, anche se eccedenti l'orario stabilito dalla contrattazione collettiva. Pertanto, non spetta un compenso supplementare per ore di lavoro eccedenti derivanti da un erroneo criterio di calcolo del debito orario.

mercoledì 20 novembre 2024

 La mancanza di contestazione cosa determina in ordine alla validità del licenziamento?


Trib. Roma sez. Lavoro 12/10/2024, n. 10104


Deve considerarsi nullo il licenziamento disciplinare irrogato senza la previa contestazione non costituendo detta omissione una mera deviazione formale dallo schema procedimentale della norma disciplinare, bensì di una vera e propria nullità dovuta alla violazione di norme imperative di protezione poste a garanzia del soggetto contrattualmente devole.

martedì 19 novembre 2024

 

A chi appartiene la giurisdizione in caso di esclusione dalle graduatorie provinciali per le supplenze?


T.A.R. Lombardia Milano, Sez. V, 26/09/2024, n. 2492


Il ricorso avente a oggetto l'impugnativa dell'esclusione dalle Graduatorie provinciali per le supplenze (GPS), pur riguardando un piano concettualmente distinto dal licenziamento disciplinare, spetta pur sempre al giudice ordinario in funzione di giudice del lavoro, ai sensi dell'art. 63 del D.Lgs. n. 165/2001

lunedì 18 novembre 2024

 La clausola del bando del concorso che consente di non assumere è lecita?


Cass. 04/11/2024, n. 28330


La clausola del bando di concorso che riserva al Comune la facoltà di non procedere all'assunzione è da considerarsi nulla e priva di efficacia anche quando il concorrente aveva accettato la clausola medesima, senza eccepirne la nullità. Il potere di approvare la graduatoria finale è attribuito alla P.A. dal bando esclusivamente in funzione del controllo della regolarità e della verifica dell'esito della procedura, dovendosi ritenere inammissibile una clausola che condizioni l'assunzione alle successive determinazioni dell'ente circa la necessità di procedere all'assunzione medesima.

sabato 16 novembre 2024

 Usare i permessi sindacali per ragioni petsonali può determinare il licenziamento?


Cass. 12/11/2024, n. 29135

L'utilizzo di permessi sindacali per finalità personali e non per attività sindacale costituisce giusta causa di licenziamento, configurandosi come sviamento dall'interesse tutelato dal permesso stesso, specialmente ove il lavoratore rivesta la qualifica di dirigente sindacale provinciale

giovedì 14 novembre 2024


Quando la condotta del lavoratore nella causazione dell'infortunio può determinare il venir meno del nesso causale nella causazione dell'infortunio?

Cass. pen., Sez. IV, 08/10/2024, n. 41393


Il comportamento imprudente del danneggiato, come l'accelerazione del passo in un giorno di pioggia, non interrompe il nesso di causalità tra la violazione delle norme antinfortunistiche e l'evento lesivo se tale comportamento rientra nell'area di rischio governata dal titolare del luogo di lavoro e non ha carattere di anormalità o eccentricità. Affinché la condotta di un lavoratore o di un terzo possa essere considerata abnorme e interrompere il nesso causale con la condotta del datore di lavoro, essa deve essere esorbitante e del tutto imprevedibile rispetto alle normali operazioni inerenti alla propria attività o alla fruizione del luogo. Una semplice imprudenza o sbadataggine del cliente non è sufficiente a configurare tale condotta

mercoledì 13 novembre 2024

 L'omessa  contestazione disciplinare quali conseguenze comporta in caso di applicazione dell'art. 18 l. 300 del 1970?



Cass. 04/11/2024, n. 28274

L'omessa tempestiva contestazione disciplinare, equiparata al difetto assoluto di giustificazione del licenziamento, comporta l'applicazione delle più ampie tutele reintegrative previste dall'art. 18, comma 4, della legge n. 300 del 1970, escludendo la sola tutela indennitaria.

martedì 12 novembre 2024

In caso di appalto entro che limiti risponde la committenza per gli infortuni occorsi al personale dell'appaltatrice?

Cass. pen., Sez. IV, 23/10/2024, n. 4117

Il datore di lavoro ha l'obbligo di verificare le condizioni di sicurezza dei lavori affidati in appalto e di coordinarsi con l'impresa subappaltatrice, assicurando la predisposizione di tutte le misure di sicurezza necessarie, compreso il corretto puntellamento delle strutture a rischio di crollo e l'analisi delle condizioni del terreno. La mancata attuazione di tali misure e la violazione del D.Lgs. n. 81 del 2008 configurano colpa specifica rilevante ai fini della configurazione del reato di omicidio colposo

lunedì 11 novembre 2024

 Il riposo del lavoratore turnista dopo un turno notturno come si qualifica?


Cass. 06/11/2024, n. 28575

La giornata di riposo concessa al lavoratore turnista, successiva a un turno notturno di 12 ore, deve essere ritenuta come giorno di riposo compensativo. Questo risponde alla necessità di ristoro del lavoratore per la maggiore gravosità del turno prolungato, giustificando così il diritto alla corresponsione dell'indennità prevista dall'art. 44, comma 3, del CCNL comparto sanità.

venerdì 8 novembre 2024

 

Quando sono responsabili i membri del consiglio di amministrazione in caso d'infortunio?



Cass. pen., Sez. IV, 03/10/2024, n. 40682

In una organizzazione societaria complessa, gli obblighi inerenti alla prevenzione degli infortuni sul lavoro gravano su tutti i componenti del consiglio di amministrazione, salvo il caso di delega validamente conferita. Tuttavia, anche in presenza di deleghe gestorie o di funzioni, i membri del consiglio di amministrazione possono essere ritenuti responsabili quando l'evento dannoso è la concretizzazione della totale carenza di effettiva procedimentalizzazione dell'attività produttiva come politica aziendale volta a subordinare le esigenze della sicurezza rispetto al profitto.

giovedì 7 novembre 2024

 L'incidente occorso durante uno spostamento verso  un cantiete di lavoro costituisce infortunio?

Cass. 05/11/2024, n. 28429

In presenza di infortunio subìto dal lavoratore durante lo spostamento verso il cantiere, intrapreso nell'ambito dell'orario lavorativo e funzionale allo svolgimento delle proprie mansioni, tale infortunio deve essere considerato come infortunio sul lavoro indennizzabile ai sensi dell'art. 2 del D.P.R. n. 1124 del 1965, a meno che non risulti provata una condotta abnorme del lavoratore che elida il nesso eziologico con l'attività lavorativa

mercoledì 6 novembre 2024

 I rapporti professionali di natura intellettuale sono rapporti di lavoro subordinato?


Cass. 04/11/2024, n. 28274



Rapporti professionali regolati dal D.Lgs. 276 del 2003 e dal D.Lgs. 81 del 2015, che non siano rapportabili a uno specifico progetto o fase di esso, non possono essere considerati rapporti di lavoro subordinato se esprimono attività professionale di natura intellettuale iscritta in appositi albi

martedì 5 novembre 2024

 In caso di cessazione del rapporto per fine appalto è dovuto il preavviso?

Cass. 31/10/2024, n. 28164


In caso di cessazione del rapporto di lavoro per la fine dell'appalto, cui segue un cambio appalto, l'indennità sostitutiva del preavviso è dovuta anche se il lavoratore viene immediatamente assunto dall'impresa subentrante, in quanto la risoluzione del precedente rapporto di lavoro per cessazione dell'appalto non equivale a risoluzione consensuale.

lunedì 4 novembre 2024

 Come è disciplinata l'assegnazione temporanea ad altra sede di servizio per i dipendenti pubblicu gwnitori di minore con meno di tre anni?



Art. 42 bis ccnl 151 del 2001

1. Il genitore con figli minori fino a tre anni di età dipendente di amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, può essere assegnato, a richiesta, anche in modo frazionato e per un periodo complessivamente non superiore a tre anni, ad una sede di servizio ubicata nella stessa provincia o regione nella quale l'altro genitore esercita la propria attività lavorativa, subordinatamente alla sussistenza di un posto vacante e disponibile di corrispondente posizione retributiva e previo assenso delle amministrazioni di provenienza e destinazione. L'eventuale dissenso deve essere motivato e limitato a casi o esigenze eccezionali. L'assenso o il dissenso devono essere comunicati all'interessato entro trenta giorni dalla domanda.82 83 84

2. Il posto temporaneamente lasciato libero non si renderà disponibile ai fini di una nuova assunzione.

venerdì 1 novembre 2024

 Quando si configura il reato ex art. 4 comma 7 legge n. 628 del 1961?


Cass. pen., Sez. III, 10/10/2024, n. 39659

Il reato di cui all'art. 4, comma 7 della L. n. 628 del 1961 può essere realizzato sia in forma commissiva, allorché il soggetto richiesto dia informazioni mendaci o non pertinenti ovvero trasmetta documentazione diversa da quella a lui richiesta, sia in forma omissiva, allorché il soggetto legalmente richiesto ometta sic et simpliciter di fornire le risposte o la documentazione che gli erano state richieste.


Art. 4 comma 7 l. 628 del 1961

Coloro che, legalmente richiesti dall'Ispettorato di fornire notizie a norma del presente articolo, non le forniscano o le diano scientemente errate od incomplete, sono puniti con l'arresto fino a due mesi o con l'ammenda fino a lire un milione 

mercoledì 30 ottobre 2024

In caso di liquidazione giudiziale in che sede devono essere svolte le domande di accertamento connesse ai rapporti di lavoro?


Cass. 28/10/2024, n. 27796


Le azioni di accertamento o costitutive nei confronti di un ente in liquidazione coatta amministrativa (come anche di un'impresa in fallimento o in liquidazione giudiziale) possono essere proposte al di fuori della verificazione concorsuale del passivo esclusivamente quando sussista uno specifico interesse, non tutelabile altrimenti, quale può essere quello connesso alla definizione dell'assetto di rapporti contrattuali pendenti o instaurati dalla procedura ed in particolare, in presenza di rapporti di lavoro, quando sia perseguita la reintegrazione nel posto di lavoro o l'attribuzione di una certa qualifica, con valore di status, all'interno dell'ente o dell'azienda, dovendo altrimenti ogni situazione creditoria (retributiva, risarcitoria, indennitaria etc.) essere accertata attraverso l'insinuazione al passivo.

martedì 29 ottobre 2024

 Come si determina il nesso causale negli infortuni?


Cass. 25/10/2024, n. 27693


In materia di infortuni sul lavoro e malattie professionali, applica la regola contenuta nell'art. 41 c.p., per cui il rapporto causale tra evento e danno è governato dal principio dell'equivalenza delle condizioni, secondo il quale va riconosciuta efficienza causale ad ogni antecedente che abbia contribuito, anche in maniera indiretta e remota, alla produzione dell'evento, salvo che il nesso eziologico sia interrotto dalla sopravvenienza di un fattore sufficiente da solo a produrre l'evento, tale da far degradare le cause antecedenti a semplici occasioni.

lunedì 28 ottobre 2024

 Quando può farsi ricorso alle agenzie investigative?


Cass. 24/10/2024, n. 27610



È legittimo il controllo del lavoratore mediante agenzia investigativa privata volto ad accertare condotte non riconducibili al mero inadempimento dell'obbligazione contrattuale ma lesive del patrimonio e dell'immagine aziendali, quali la truffa o attività fraudolente, non essendo applicabili in tali casi i divieti di cui agli artt. 2, 3 e 4 St. Lav.

sabato 26 ottobre 2024

 La mancata notifica dell'appello cosa determina?


Cass. 23/10/2024, n. 27471

Nei giudizi soggetti al rito del lavoro, l'appello è improcedibile se non avviene la notificazione del ricorso depositato e del decreto di fissazione dell'udienza. Non è consentito al giudice assegnare un termine perentorio per una nuova notifica a norma dell'art. 291 c.p.c., anche se l'appellante ha precedentemente notificato il gravame e il decreto di fissazione dell'udienza per la sola sospensiva.

giovedì 24 ottobre 2024

Convocare sellparatamente una organizzazione sindacale puo costituire condotta antisindacale?


Tribunale Milano, Sez. lavoro, 26/07/2024, n. 3588

Integra gli estremi dalla condotta antisindacale la reiterata convocazione del datore di lavoro di una sola organizzazione sindacale ad un tavolo separato rispetto a quello unitario oggetto di una precedente riunione svoltasi alla presenza di tutte le altre organizzazioni sindacali, determinando una tale prassi un pregiudizio alla concreta possibilità del sindacato estromesso di concorrere, a parità di condizioni, alla contrattazione aziendale 

mercoledì 23 ottobre 2024

 In caso di plurimi comportamenti contestati cosa comporya la mancata prova di alcuni di essi?


Cass. 21/10/2024, n. 27161




La valutazione della giusta causa o del giustificato motivo soggettivo per il licenziamento disciplinare deve considerare la concretezza dei singoli addebiti contestati al lavoratore e la loro rilevanza disciplinare complessiva. Tuttavia, se solo una parte degli addebiti risulta dimostrata, il licenziamento può essere considerato illegittimo per sproporzione tra la sanzione applicata e i fatti accertati.

 E' derogabile la redazione del Dvr?

Cass. pen., Sez. III, 06/06/2024, n. 38487

In materia di sicurezza sul lavoro, ai sensi del D.Lgs. n. 81 del 2008, la valutazione dei rischi e la redazione del documento di valutazione dei rischi (DVR) costituiscono obblighi non delegabili del datore di lavoro, applicabili a tutte le tipologie di rischio e settori, inclusi quelli a basso rischio infortunistico come le attività die ristorazione. L'assenza percepita di rischi non esime dalla redazione del DVR, che deve essere realizzata preventivamente e periodicamente aggiornata.

martedì 22 ottobre 2024

 Le intercettazioni telefoniche possono essere usate in un procedimento disciplinare?


Cass. 16/10/2024, n. 26836


In tema di licenziamento per motivi disciplinari, le intercettazioni telefoniche o ambientali effettuate in un procedimento penale sono pienamente utilizzabili nel procedimento regolato dall'art. 7 legge n. 300/1970, purché legittimamente disposte nel rispetto delle norme costituzionali e procedimentali.

 Quando si ha falsa arrestazione della presenza?




Cass. 17/10/2024, n. 26938




Costituisce falsa attestazione della presenza in servizio qualunque modalità fraudolenta posta in essere, anche avvalendosi di terzi, per far risultare il dipendente in servizio o trarre in inganno l'amministrazione circa il rispetto dell'orario di lavoro. Tale condotta non richiede necessariamente l'alterazione o la manomissione del sistema automatico di rilevazione delle presenze, ma può consistere anche nella mancata registrazione delle uscite interruttive del servizio.

sabato 19 ottobre 2024

 Nel pubblico impiego lo svolgimento di mansioni superiori determina il riconoscimento della relativa qualifica?

Cass. 25/09/2024, n. 25653

Il giudizio trifasico deve tener conto della contrattazione collettiva nazionale ma anche di quella integrativa vigente, al fine di verificare le mansioni svolte con abitualità e prevalenza in quale inquadramento vadano sussunte fermo restando che tale operazione, nel pubblico impiego contrattualizzato, non rileva ai fini del riconoscimento della superiore qualifica, ma solo ai fini retributivi ex art. 52, comma 5, del D.Lgs. n. 165 del 2001.

giovedì 17 ottobre 2024

 

La carcerazione del dipendente legittima il licenziamento?

Cass. 07/10/2024, n. 26208

La sottoposizione del lavoratore a carcerazione preventiva (anche per fatti estranei al rapporto di lavoro) non costituisce inadempimento degli obblighi contrattuali, ma consente il licenziamento per giustificato motivo oggettivo ove, in base ad un giudizio "ex ante", tenuto conto di ogni circostanza rilevante ai fini della determinazione della tollerabilità dell'assenza (tra cui le dimensioni dell'impresa, il tipo di organizzazione tecnico-produttiva, le mansioni del dipendente, il già maturato periodo di sua assenza, la ragionevolmente prevedibile ulteriore durata dell'impedimento, la possibilità di affidare temporaneamente ad altri le mansioni senza necessità di nuove assunzioni), non persista l'interesse del datore di lavoro a ricevere le ulteriori prestazioni del dipendente, senza che sia configurabile, inoltre, a carico del datore di lavoro, l'obbligo del cd. "repêchage" 


mercoledì 16 ottobre 2024

 Il licenziamento ex art. 2110 cc richiede il solo superamento del comporto?


Cass. 14/10/2024, n. 26634


La disciplina del periodo di comporto, prevista dall'art. 2110 c.c., è speciale rispetto alla disciplina generale dei licenziamenti per giustificato motivo oggettivo e alla risoluzione del contratto per sopravvenuta impossibilità della prestazione lavorativa. Pertanto, il superamento del periodo di comporto è condizione sufficiente per la legittimità del licenziamento.

martedì 15 ottobre 2024

 Il datore di lavoro può contestare le giornate scelte dal lavoratore per la fruizione dei permessi della legge 104 del 1992?


Cass. 11/10/2024, n. 26514


Il datore di lavoro non può sindacare la scelta delle giornate di fruizione dei permessi ex art. 33, comma 3, legge n. 104 del 1992 da parte del lavoratore per esigenze di assistenza ai disabili, né può imporre che l'assistenza sia prestata durante il turno lavorativo del dipendente, se tale turno non è conosciuto al momento della richiesta di permesso.

lunedì 14 ottobre 2024

 Che risarcimento prevede l'art. 18 comma 4 l. 300 del 1972?


Cass. 10/10/2024, n. 26446




In base all'art. 18, comma 4, della L. n. 300 del 1970, come modificato dalla L. n. 92 del 2012, la determinazione dell'indennità risarcitoria deve avvenire considerando l'ultima retribuzione globale di fatto dal giorno del licenziamento a quello dell'effettiva reintegrazione, deducendo quanto il lavoratore ha percepito nel periodo di estromissione a titolo di "aliunde perceptum" o "percipiendum", senza dare rilievo alla collocazione temporale delle attività lavorative svolte nel corso del periodo di estromissione, fino ad un massimo di dodici mensilità.

sabato 12 ottobre 2024

 Quando devono essere versati i contributi alla cassa previdenziale dei geometri?

Cass. 09/10/2024, n. 26330

L'iscrizione all'Albo dei Geometri comporta l'obbligatorietà dell'iscrizione e del pagamento della contribuzione minima alla Cassa Italiana di Previdenza dei Geometri Liberi Professionisti (CIPAG), indipendentemente dalla natura occasionale dell'esercizio della professione e dalla mancata produzione di reddito. La mera iscrizione ad altra gestione INPS non è di per sé ostativa all'insorgere degli obblighi previdenziali nei confronti della categoria.

giovedì 10 ottobre 2024

 Come si cobfigura l'eccezione di prescrizione?

Cass. 27/09/2024, n. 25859

L'eccezione di interruzione della prescrizione è un'eccezione in senso lato, rilevabile d'ufficio dal giudice sulla base di elementi probatori ritualmente acquisiti agli atti. Pertanto, in presenza di diffide documentate e prodotte nel giudizio, queste devono essere esaminate per verificarne la capacità interruttiva della prescrizione.

mercoledì 9 ottobre 2024

 Ai soci lavoratori delle cooperative spetta il ccnl?


Cass. 04/10/2024, n. 26071


Ai soci lavoratori di cooperativa si applicano in primo luogo le regole speciali previste dalla L. n. 142 del 2001 ed in secondo luogo le comuni regole previste dalle altre leggi di disciplina del lavoro in quanto compatibili con la posizione di socio lavoratore per come delineata dalla legge medesima. Nessuna incompatibilità sussiste ai fini del riconoscimento al socio lavoratore di cooperativa con contratto di lavoro subordinato del diritto al trattamento di fine rapporto di cui all'art. 2120 c.c.

lunedì 7 ottobre 2024

 La contestazione disciplinare deve contenere anche i documenti  su cui si fonda?


Cass. 26/09/2024, n. 25743

La contestazione disciplinare non deve contenere anche la specifica indicazione dei documenti sui quali si fonda, trattandosi di un onere di natura processuale che esige di essere assolto nel giudizio eventualmente proposto

venerdì 4 ottobre 2024

 Quando l'uso di strumenti non adeguati da parte del lavoratore non determina in caso d'infortunio la fattispecie del rischio elettivo?



Cass. 20/09/2024, n. 25313

L'uso di attrezzature inadeguate da parte del lavoratore, non fornite dal datore di lavoro, non costituisce necessariamente un rischio elettivo o concorso di colpa se il lavoratore stava eseguendo un incarico conferito dal datore di lavoro senza che gli fossero fornite tutte le attrezzature necessarie e senza una adeguata sorveglianza.

giovedì 3 ottobre 2024

 In caso di mobilità ex art. 30 dlgs 165 del 2001si conserva l'anzianità raggiunta?


Cass. 24/09/2024, n. 25511


In sede di mobilità di personale da un'amministrazione all'altra, il passaggio diretto ex art. 30 del D.Lgs. n. 165 del 2001, risolvendosi in una modificazione meramente soggettiva del rapporto, comporta il diritto alla conservazione dell'anzianità, della qualifica e del trattamento economico del dipendente.

mercoledì 2 ottobre 2024

 Come si determina la retribuzione dovuta durante le ferie?


Cass. 27/09/2024, n. 25850


Ai sensi dell'art. 7 della Direttiva 2003/88/CE, la retribuzione dovuta durante il periodo di godimento delle ferie annuali deve includere qualsiasi importo pecuniario che si pone in rapporto di collegamento all'esecuzione delle mansioni, al fine di assicurare una retribuzione paragonabile a quella percepita durante i periodi di lavoro effettivo. Tale principio, interpretato dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea, impone di includere nella retribuzione per le ferie le indennità perequative, compensative e di turno, ove queste risultino correlate alle qualifiche e alle mansioni del lavoratore, e non siano occasionali o variabili.

martedì 1 ottobre 2024

 L'eccezione d'interruzione della prescrizione è rilevabile d'ufficio?


Csss. 27/09/2024, n. 25859

L'eccezione di interruzione della prescrizione è un'eccezione in senso lato, rilevabile d'ufficio dal giudice sulla base di elementi probatori ritualmente acquisiti agli atti. Pertanto, in presenza di diffide documentate e prodotte nel giudizio, queste devono essere esaminate per verificarne la capacità interruttiva della prescrizione.

lunedì 30 settembre 2024

 Guidare senza patente in corso di validità può determinare il licenziamento per giusta causa?

Cass. 26/09/2024, n. 25724


In materia di licenziamento disciplinare, la condotta del lavoratore che guidi un mezzo aziendale senza patente in corso di validità e senza comunicarlo al datore di lavoro, integrando una violazione dolosa di leggi o regolamenti, può essere sanzionata con il licenziamento senza preavviso ai sensi dell'art. 54, co. VI lett. c) del CCNL, qualora arrechi o possa arrecare forte pregiudizio alla società o a terzi.

sabato 28 settembre 2024

 

La malattia può essere comunicata a mezzo fax?


Cass. 25/09/2024, n. 25661

La comunicazione della malattia al datore di lavoro può essere validamente effettuata tramite fax, qualora tale modalità sia espressamente prevista dal regolamento aziendale, non essendo necessaria la trasmissione esclusivamente tramite raccomandata. In caso di trasmissione del certificato di malattia tramite fax, si presume l'effettiva ricezione da parte del datore di lavoro qualora il lavoratore possa documentare mediante rapporti di trasmissione il buon esito della comunicazione, anche in assenza di tracce sui server aziendali. La condotta del lavoratore riguardo la comunicazione della malattia all'estero, sebbene possa essere considerata non del tutto diligente, non è sufficiente a configurare una giusta causa di licenziamento qualora non venga dimostrata la consapevolezza del lavoratore circa il mancato buon fine della trasmissione.

giovedì 26 settembre 2024

 La soppressione dell'ente di appartenza che ripercussioni ha sul rapporto del dirigente pubblico?


Cass. 24/09/2024, n. 25517


In caso di soppressione dell'ente presso il quale un dirigente pubblico ricopriva un incarico, la risoluzione del rapporto di lavoro si configura come impossibilità sopravvenuta della prestazione ex art. 1463 c.c., e non come licenziamento, rendendo legittima la cessazione dell'incarico senza necessità di conferire un incarico alternativo.

mercoledì 25 settembre 2024

 La dichiarazione d'illegittimità del licenziamento con reintegra determina il diritto dell'Inps alla ripetizione delle somme versate a titolo di disoccupazione?

Cass. 23/09/2024, n. 25399

La dichiarazione d'illegittimità di un licenziamento con ordine di reintegrazione del lavoratore determina la cessazione dello stato di disoccupazione, poiché la continuità del rapporto di lavoro è ripristinata con efficacia retroattiva, rendendo ripetibili le somme percepite a titolo di indennità di mobilità o disoccupazione dall'INPS

lunedì 23 settembre 2024

 

Gli emolumenti incentivanti devono essere calcolati ai fini del Tfr?

Cass. civ., Sez. lavoro, 16/09/2024, n. 24801

Nella base di calcolo del trattamento di fine rapporto possono essere ricompresi gli emolumenti incentivanti che, pur presentando in astratto il carattere dell'incertezza, sono erogati ai dipendenti con carattere di corrispettività rispetto alle prestazioni rese e per i quali risulta, in base ad una verifica da eseguire necessariamente "ex post", l'avvenuta corresponsione per un tempo significativo tale da escluderne il carattere occasionale, senza che rilevi il fatto che l'ammissione al sistema incentivante dipende da una decisione datoriale .

venerdì 20 settembre 2024

 

L'art. 1751 bis cc  è derogabile dalle parti?

Cass. 29/08/2024, n. 23331

La normativa dell'art. 1751 bis c.c., introdotta dall'art. 23 della L. 29 dicembre 2000 n. 422, che prevede la corresponsione di un'indennità di natura non provvigionale all'agente commerciale in occasione della cessazione del rapporto per un patto di non concorrenza, è derogabile dalle parti sia quanto all'obbligo di corresponsione che alle modalità di pagamento, in quanto non presidiata da una sanzione di nullità espressa e non diretta alla tutela di un interesse pubblico generale.

 Come è azsolto l'obbligo per l'assicurazoone contro gli infortuni nelle cooperative di facchinaggio?

Cass. 30/08/2024, n. 23391

L'obbligo contributivo per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro nelle cooperative di facchinaggio è assolto mediante il pagamento del premio speciale unitario determinato dal decreto ministeriale ai sensi dell'art. 42, T.U. n. 1124/1965; un eventuale adeguamento del premio in relazione alla retribuzione giornaliera imponibile è possibile, ma solo sulla base di un meccanismo di proporzionalità previsto dal medesimo decreto, non essendo ammissibili innovazioni legislative che introducano criteri di calcolo basati sulla retribuzione effettiva senza una specifica modifica della disciplina regolamentare.

giovedì 19 settembre 2024

 Quando si prescrive il diritto alla riliquidazione del trattamento pensionistico?

Cass. 03/09/2024, n. 23577

Il diritto alla riliquidazione degli importi pensionistici, in caso di controversia sull'ammontare del trattamento pensionistico, è soggetto alla prescrizione decennale ordinaria di cui all'art. 2946 cod. civ., e non alla prescrizione quinquennale prevista dall'art. 2948, n. 4, cod. civ.

 Nel settore autoferrotranviario la destituzione del dipendente per simulazione di malattia quando si può verificare?

Cass. 05/09/2024, n. 23852


In tema di licenziamento per giusta causa, la partecipazione ad attività fisicamente impegnative (es. partita di calcio) durante l'assenza per malattia può configurare una violazione degli obblighi di correttezza, lealtà e diligenza previsti dal contratto di lavoro, giustificando così la destituzione del dipendente. Tale condotta, se ritenuta artificiosa e finalizzata a procurarsi indebiti vantaggi, rientra nella fattispecie disciplinare di cui all'art. 45, n. 2, R.D. n. 148 del 1931, piuttosto che nella simulazione di malattia sanzionata dall'art. 42.

mercoledì 18 settembre 2024

 E' possibile registrare sul posto di lavoro le conversazioni?


Cass. 16/09/2024, n. 24797

La registrazione di conversazioni in ambito lavorativo effettuata prima del 25 maggio 2018 rientrava nel campo di applicazione dell'art. 24, lettera f), del D.Lgs. 196 del 2003 (Codice della Privacy). Tale disposizione consentiva la raccolta e l'utilizzo dei dati personali senza necessità di consenso dell'interessato se destinati a far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria, purché i dati fossero trattati esclusivamente per tali finalità e per il periodo strettamente necessario al loro perseguimento.

 Quando è rispettato il principio d'immediatezza della contestazione disciplinare?


Cass. 13/09/2024, n. 24609

Il principio dell'immediatezza della contestazione disciplinare riflette l'esigenza di osservare le regole di buona fede e correttezza nel rapporto di lavoro, impedendo al datore di lavoro di procrastinare la contestazione in modo da rendere difficoltosa la difesa del dipendente o perpetuare l'incertezza sul rapporto. Tuttavia, il criterio di immediatezza va inteso in senso relativo, tenendo conto della specifica natura dell'illecito disciplinare e del tempo necessario per le indagini, soprattutto in relazione alla complessità dell'organizzazione aziendale. La valutazione del giudice di merito in merito alla tempestività è insindacabile in sede di legittimità se adeguatamente motivata e priva di vizi logici. Il requisito dell'immediatezza nella contestazione disciplinare va interpretato con ragionevole elasticità. Il giudice deve applicare tale principio tenendo conto del comportamento del datore di lavoro alla luce degli artt. 1375 e 1175 cod. civ., e può discostarsi eccezionalmente da tale principio, indicando correttamente le ragioni della non tempestività laddove giustificata da circostanze particolari.

martedì 17 settembre 2024

 Quando è negato il trattamento ordinario di cassa integrazione?




T.A.R. Sicilia Catania, Sez. IV, 21/03/2024, n. 1126




Per l'ammissione alla cassa integrazione guadagni ordinaria nelle ipotesi, come quella ora all'esame, di comprovato ciclico calo di ordini in periodi di tempo a cadenza ricorrente, mancando sia il requisito della temporaneità (stante la costanza della reiterazione del fenomeno), sia della estraneità alla gestione economica dell'impresa.

giovedì 12 settembre 2024

 Le condotte esterne al lavoro possono determinare il licenziamento del dipendente da aziende in cui si applica il Regio Decreto 148 del 1931?




Cass. 09/09/2024, n. 24140

In tema di licenziamento disciplinare, è legittimo il recesso per giusta causa qualora la condotta del lavoratore, anche se estranea al servizio, comprometta in maniera definitiva la fiducia del datore di lavoro nell'esecuzione della prestazione lavorativa diligente ed equilibrata, configurandosi violazione della pubblica stima ai sensi dell'art. 45 del R.D. n. 148 del 1931.


La fattispecie:

2. Con lettera del 25.9.2017 veniva disposta la sospensione cautelare a tempo indeterminato senza stipendio; la contestazione disciplinare era poi notificata il 30.11.2017; il 13.12.2017 veniva comunicato l'opinamento di destituzione (in quanto i fatti imputati integravano la fattispecie prevista dall'art. 45 punto 6 e 7 del Regio Decreto n. 148/1931 e violavano l'art. 3.2 del codice etico aziendale) confermato in data 12.7.2018; il relativo provvedimento veniva impugnato dal lavoratore il 27.7.2018
.....
In ossequio a tale principio, la Corte distrettuale ha ritenuto, con un accertamento di fatto congruamente e adeguatamente motivato, che nessuna delle infrazioni disciplinari, punite dal Regio Decreto n. 148/1931 con sanzione conservativa (artt. 41 e 42), era riferibile alla contestazione di cui è causa, che rientrava, invece, nella previsione dell'art. 45 punti 6 (questo ritenuto dai giudici di seconde cure di per sé già sufficiente stante la forte riprovazione sociale nei confronti della cd. violenza di genere sicuramente ravvisabile in un atteggiamento persecutorio, violento e minaccioso tenuto dal lavoratore nei confronti dell'ex coniuge) e 7 (si riportano le fattispecie astratte: 6. "chi per azioni disonorevoli ed immorali, ancorché non costituiscano reato o trattisi di cosa estranea al servizio, si renda indegno della pubblica stima"; 7. "chi sia incorso in condanna penale, sia pure condizionale, per delitti, anche mancati o solo tentati, o abbia altrimenti riportata la pena della interdizione dai pubblici uffici"), che prevedeva la sanzione della destituzione, essendo appunto significativo l'aspetto della reazione violenta ed aggressiva, rilevante nel contesto lavorativo in cui il dipendente, conducente di mezzi di trasporto pubblico, esponeva l'azienda ad un rischio di analogo atteggiamento intollerante nei confronti dell'intera utenza.

NB art. 45 RD 148 del 1931

Incorre nella destituzione:

1° chi si rende colpevole di offesa contro la persona del Re, dei Principi della Real Casa, del Capo del Governo e contro il Regime;
2° chi simula aggressioni, attentati, contravvenzioni od altri fatti congeneri, o comunque adopera artifici o si vale della propria condizione od autorità per recar danno altrui, per procurarsi o far lucrare ad altri premi, compensi o vantaggi indebiti, ancorché non ne siano derivati inconvenienti di servizio;
3° chi, nei casi previsti dall'art. 314 del Codice penale 120, abbia recato pregiudizio alla sicurezza dell'esercizio, causando accidenti nella marcia dei treni con danno delle persone o grave danno del materiale;
4° chi, nonostante restituzione, scientemente si appropri o contribuisca a che altri si appropri di somme, valori, materiali od oggetti spettanti all'azienda, o ad essa affidati per qualsiasi causa; o scientemente, e nonostante restituzione, defraudi o contribuisca a che altri defraudi l'azienda dei suoi averi, diritti o interessi, anche se tali mancanze siano rimaste allo stato di tentativo;
5° chi dolosamente percepisca somme indebite a carico del pubblico;
6° chi, per azioni disonorevoli od immorali, ancorché non costituiscano reato o trattisi di cosa estranea al servizio, si renda indegno della pubblica stima;
7° chi sia incorso in condanna penale, sia pure condizionale, per delitti, anche mancati o solo tentati, o abbia altrimenti riportata la pena della interdizione dai pubblici uffici;
8° chi, dolosamente, rechi o tenti recar danno all'azienda nei contratti per lavori, provviste, accolli e vendite o in qualunque altro ramo del servizio;
9° chi, scientemente e per qualsiasi motivo, altera o falsifica biglietti di viaggio o altri documenti di trasporto, altera, falsifica, sottrae o distrugge documenti di servizio, registri od atti qualsiasi appartenenti all'azienda o che la possano comunque interessare;
10° chi, anche senza fine di lucro, viola un segreto di ufficio, la cui divulgazione possa riuscir di pregiudizio agli interessi dell'azienda o di altri agenti comunque interessati, qualora la notizia non sia una denuncia di violazione dei regolamenti o delle leggi inerenti al funzionamento dell'esercizio o di fatti costituenti comunque un reato;
11° chi si rende colpevole di vie di fatto contro superiori o di altri atti di grave insubordinazione;
12° chi, durante il servizio in funzioni attinenti alla sicurezza dell'esercizio, è trovato in istato di ubriachezza; o chi, anche se non addetto a tali funzioni, venga trovato abitualmente in istato di ubriachezza;
13° chi trasgredisce scientemente le istruzioni e le cautele prescritte per il trasporto delle materie infiammabili od esplodenti, benché non ne sia derivato alcun danno;
14° chi per mancanza di diligenza è causa di incendi a danno dell'azienda;
15° chi altera dolosamente i piombi;
16° chi sta arbitrariamente assente dal servizio oltre cinque giorni, nel qual caso la destituzione decorre dal primo giorno dell'assenza arbitraria;
17° chi, senza giustificazione di una causa di forza maggiore, non restituisce o restituisce manomessi i gruppi, i bagagli, le merci o i materiali in genere avuti in consegna, custodia o sorveglianza;
18° chi, facendo parte del personale viaggiante oppure essendo addetto al ricevimento, alla manipolazione o custodia di bagagli, merci, valori o generi di magazzino, o anche alla lavorazione o manipolazione di materiali, ricusi di assoggettarsi o tenti di sottrarsi alle visite personali da eseguirsi sia da ufficiali od agenti di pubblica sicurezza, sia, in qualunque luogo pertinente all'azienda, anche da agenti di questa a ciò incaricati;
19° gli agenti indicati nel paragrafo precedente, che siano trovati muniti di ordigni od oggetti atti a perpetrare o mascherare manomissioni, i quali non siano fra quelli di cui possa essere giustificato il possesso;
20° chi, avendo avuto cognizione o conoscendo da chi siano stati perpetrati furti o manomissioni di bagagli o merci o di qualsivoglia altro oggetto, di spettanza dell'azienda o ad essa affidato per qualsiasi causa, ne abbia deliberatamente occultato ai superiori il nome e le circostanze di fatto.

mercoledì 11 settembre 2024



Una volta sottoscritto l'accordo ai sensi dell'art. 4 della legge 300 del 1970 entro quali limiti possono essere utilizzate le immagini acquisite?


Cass. civ., Sez. lavoro, Ordinanza, 06/09/2024, n. 23985


2.1.1. la fattispecie concreta si colloca, ratione temporis, nell'ambito di applicazione del comma 1 dell'art. 4 St. lav. modificato dall'art. 23 del D.Lgs. n. 151 del 2015 e successive integrazioni, trattandosi di impianto visivo, dal quale "derivi anche la possibilità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori", installato "previo accordo collettivo" sottoscritto con le organizzazioni sindacali, dichiaratamente "per esigenze organizzative e produttive, per la sicurezza del lavoro e per la tutela del patrimonio aziendale";

siamo pertanto al di fuori della tematica dei cd. "controlli difensivi in senso stretto" (pur richiamata in modo ultroneo dalla Corte territoriale) i quali, come noto, si situano, ancora oggi, "all'esterno del perimetro applicativo dell'art. 4" (così Cass. n. 25732 del 2021, punti 31 e 32; più di recente v. Cass. n. 18168 del 2023);

secondo la classificazione operata proprio da Cass. n. 25732/2021 cit., la fattispecie all'attenzione del Collegio si colloca "tra i controlli a difesa del patrimonio aziendale che riguardano tutti i dipendenti (o gruppi di dipendenti) nello svolgimento della loro prestazione di lavoro che li pone a contatto con tale patrimonio, controlli che dovranno necessariamente essere realizzati nel rispetto delle previsioni dell'art. 4 novellato in tutti i suoi aspetti";

risultando nella specie autorizzata l'installazione dell'impianto, si pone la questione della utilizzabilità delle informazioni - le riprese visive - così raccolte "a tutti i fini connessi al rapporto di lavoro" (art. 4, u.c., St. lav.) e, quindi, anche ai fini dell'esercizio dell'azione disciplinare (cfr. Cass. n. 32683 del 2021);

2.1.2. non sono state oggetto di efficace contestazione le due condizioni stabilite da tale ultimo comma dell'art. 4 per rendere "utilizzabili" le informazioni raccolte ai sensi dei primi due commi del medesimo articolo, e cioè l'adeguata informazione al lavoratore delle modalità d'uso degli strumenti e di effettuazione dei controlli nonché il "rispetto di quanto disposto nel decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196";

piuttosto parte ricorrente si duole della violazione di talune previsioni contenute nell'accordo sindacale, in particolare di quelle secondo cui "la visione delle immagini videoregistrate, per finalità diverse da quelle espresse in premessa (tutela del patrimonio aziendale e dei beni demaniali... e per esigenze di sicurezza), avverrà esclusivamente in presenza di reclami, o richieste dettagliate, adeguatamente motivate e non anonime da parte dei clienti, ovvero dell'autorità giudiziaria", aggiungendosi che "per quanto attiene alle telecamere istallate all'interno delle biglietterie posizionate sull'area di scambio tra denaro e titoli di viaggio, l'identificazione degli addetti... avverrà solo in caso di dettagliato reclamo della clientela"; reclamo del cliente nella specie pacificamente assente;

2.1.3. osserva, però, il Collegio che dallo stesso testo dell'accordo sindacale risulta che il reclamo del cliente non era richiesto laddove la finalità della visione delle immagini non fosse diversa da quella di "tutela del patrimonio aziendale";

la nozione di "patrimonio aziendale" tutelabile in sede di esercizio del potere di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori è stata intesa, dalla giurisprudenza di questa Corte, in una accezione estesa;

si è così riconosciuto "il diritto del datore di lavoro di tutelare il proprio patrimonio,... costituito non solo dal complesso dei beni aziendali, ma anche dalla propria immagine esterna, così come accreditata presso il pubblico" (Cass. n. 2722 del 2012; sulla tutela dell'immagine aziendale v. pure Cass. n. 13266 del 2018); è stato anche considerato come patrimonio aziendale "il profilo del regolare funzionamento e della sicurezza degli impianti" (Cass. n. 10955 del 2015);

costantemente, poi, è stata ritenuta lesiva del patrimonio aziendale la condotta di dipendenti potenzialmente integrante un illecito penale, sia ammettendo l'accertamento di fatti disciplinarmente rilevanti mediante filmati di telecamere installate in locali dove si erano verificati furti (Cass. n. 10636 del 2017) o a presidio della cassaforte aziendale (Cass. n. 22662 del 2016), sia in ipotesi di mancata registrazione della vendita da parte dell'addetto alla cassa ed appropriazione delle somme incassate (per tutte v. Cass. n. 18821 del 2008; sul controllo mediante agenzie investigative v., da ultimo, Cass. n. 17004 del 2024);

anche nel vigore della nuova normativa è stata ritenuta rilevante "la contestazione, al lavoratore, di un fatto reato incidente sul patrimonio del datore di lavoro, mediante esame di informazioni raccolte da un impianto in precedenza autorizzato" (Cass. n. 32683/2021 cit., in un caso di "sottrazione furtiva di merce aziendale" ripresa da "telecamere di sicurezza");

in definitiva, la tutela del patrimonio aziendale può riguardare la difesa datoriale sia da condotte di appropriazione di denaro o di danneggiamento o sottrazione di beni, le quali possono provenire anche da dipendenti dell'azienda e che giustificano la medesima protezione rispetto a quella dovuta a fronte di aggressioni esterne, sia dalla lesione all'immagine e al patrimonio reputazionale dell'azienda, non meno rilevanti dell'elemento materiale che compone la medesima (e non può dubitarsi che condotte fraudolente di dipendenti in danno di clienti siano anche idonee a pregiudicare l'immagine di una impresa);

in continuità con tale giurisprudenza e in conformità con il novellato dettato legislativo dell'art. 4 St. lav. - il quale consente l'impiego di impianti audiovisivi dai quali derivi anche la possibilità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori "esclusivamente" per le finalità indicate dal suo primo comma, tra cui appunto "la tutela del patrimonio aziendale" - il Collegio giudica che, nella specie, lo strumento tecnologico di ripresa della biglietteria fosse installato, in modalità non occulte perché autorizzato dall'accordo sindacale, per tutelare il patrimonio aziendale, inteso in senso ampio, da possibili lesioni, interne o esterne, e sia stato impiegato per accertare comportamenti illeciti del dipendente, non concretanti un mero inadempimento nell'esecuzione della prestazione lavorativa, per cui la visione del filmato, con la conseguente identificazione degli addetti, non richiedeva il "dettagliato reclamo della clientela", così come invece previsto dall'accordo del luglio 2015;

per completezza pare anche opportuno ricordare che, secondo questa Corte, l'autorizzazione amministrativa dell'INL territoriale all'installazione dell'impianto tecnologico, necessaria in caso di mancanza di accordo sindacale, non può "rendere inutilizzabili le informazioni raccolte ai fini disciplinari" perché la clausola che impone un tale limite deve ritenersi "successivamente caducata e, quindi, tamquam non esset, in quanto in contrasto con la disposizione di cui all'art. 4 legge n. 300 del 1970 come modificata con le novelle del 2015 e del 2016" (Cass. n. 32683/2021 cit.);

2.1.4. ogni altro doglianza contenuta nei motivi in scrutinio è inammissibile;

sia nella parte in cui si sostiene un mero dissenso esegetico rispetto all'interpretazione dell'accordo aziendale offerta dalla Corte territoriale, atteso che l'accertamento della volontà negoziale si sostanzia in un accertamento di fatto (tra molte, Cass. n. 9070 del 2013Cass. n. 12360 del 2014), riservato all'esclusiva competenza del giudice del merito (cfr. Cass. n. 17067 del 2007Cass. n. 11756 del 2006; di recente, conf. Cass. n. 22318 del 2023), sia laddove si prospettano violazioni di legge ma criticando nella sostanza, nonostante la veste formale delle censure, l'accertamento di fatti compiuto dalla medesima Corte, invocando così un sindacato estraneo al controllo demandato a questo giudice di legittimità;

2.2. anche il secondo motivo di gravame non merita accoglimento;

esso è inammissibile nella parte in cui deduce genericamente, senza il rispetto del canone della necessaria specificità del motivo di ricorso per cassazione, la violazione della legge n. 48 del 2008 nel suo complesso; legge che riguarda i crimini informatici e contiene previsioni operanti nell'ambito dei procedimenti penali e la parte ricorrente neanche individua la norma che sancirebbe, nell'ambito del giudizio civile, l'inutilizzabilità del DVD laddove prodotto in violazione della procedura ivi prevista per l'estrazione di copia dei filmati del servizio di videosorveglianza;

il motivo è poi infondato quanto alla dedotta violazione dell'art. 2712 c.c. perché l'operato della Corte territoriale è conforme alla giurisprudenza secondo cui: "L'efficacia probatoria delle riproduzioni meccaniche di cui all'art. 2712 c.c. è subordinata - in ragione della loro formazione al di fuori del processo e senza le garanzie dello stesso - all'esclusiva volontà della parte contro la quale esse sono prodotte in giudizio, concretantesi nella non contestazione che i fatti, che tali riproduzioni tendono a provare siano realmente accaduti con le modalità risultanti dalle stesse. Il relativo "disconoscimento" - che fa perdere alle riproduzioni stesse la loro qualità di prova e che va distinto dal "mancato riconoscimento", diretto o indiretto, il quale, invece, non esclude che il giudice possa liberamente apprezzare le riproduzioni legittimamente acquisite - pur non essendo soggetto ai limiti e alle modalità di cui all'art. 214 c.p.c., deve tuttavia essere chiaro, circostanziato ed esplicito (dovendo concretizzarsi nell'allegazione di elementi attestanti la non corrispondenza tra realtà fattuale e realtà riprodotta) e deve avvenire nella prima udienza o nella prima risposta successiva alla rituale acquisizione delle suddette riproduzioni, venendosi in caso di disconoscimento tardivo ad alterare l'iter procedimentale in base al quale il legislatore ha inteso cadenzare il processo in riferimento al contraddittorio. (Nella specie la S.C. ha confermato la sentenza impugnata nella parte in cui aveva escluso che potesse avere valore di disconoscimento di una cassetta video registrata la condotta della parte, dopo aver assistito alla relativa visione e non aver mosso alcuna contestazione sui fatti e sui soggetti in essa rappresentati, ne aveva genericamente disconosciuto il contenuto solo tardivamente in corso di causa, dopo l'esaurimento del termine a tal fine concesso dal giudice)" (così Cass. n. 8998 del 2001; conf. Cass. n. 2117 del 2011; v. pure Cass. n. 3122 del 2015, per la quale, anche in caso di rituale disconoscimento, il giudice può comunque accertare la conformità all'originale anche attraverso altri mezzi di prova, comprese le presunzioni; conf. Cass. n. 17526 del 2016Cass. n. 5141 del 2019);

nella specie, i giudici d'appello hanno argomentato che, "conformemente a come motivato dal giudice di primo grado, la censura di autenticità del dato informatico estratto dalla società datoriale risulta formulato in modo del tutto generico, ossia in assenza di qualsivoglia specifico riferimento a circostanze concrete idonee ad attestare la non corrispondenza tra la realtà fattuale e quella riprodotta", aggiungendo infine che "nel caso di specie vi è assoluta carenza allegatoria da parte del reclamato";

non è sufficiente a determinare la cassazione della sentenza impugnata il diverso opinamento di chi ricorre che, col motivo in esame, ritiene invece che detto disconoscimento vi sia stato, atteso che come spetta al giudice del merito apprezzare, nell'ambito del giudizio di fatto al medesimo riservato, l'esistenza ed il valore di una condotta di non contestazione dei fatti rilevanti, allegati dalla controparte (Cass. n. 3680 del 2019Cass. n. 3126 del 2019), allo stesso modo compete al giudice di merito valutare se la condotta processuale della parte sia idonea ad addure elementi attestanti la non corrispondenza tra realtà fattuale e realtà riprodotta in modo chiaro, circostanziato ed esplicito ai fini e per gli effetti di cui all'art. 2712 c.c.;