lunedì 30 dicembre 2024

 Come è regolamentata la durata del patto di prova dalla legge 203 del 2024?

In forza dell'art. 13 l. 203 del 2024 (in vigore dal 12 gennaio 2025)

1 . All'articolo 7, comma 2, del decreto legislativo 27 giugno 2022, n. 104, dopo il primo periodo sono

inseriti i seguenti:

«Fatte salve le disposizioni più favorevoli della contrattazione collettiva, la durata del periodo di prova

è stabilita in un giorno di effettiva prestazione per ogni quindici giorni di calendario a partire dalla data di inizio del rapporto di lavoro. In ogni caso la durata del periodo di prova non può essere

inferiore a due giorni né superiore a quindici giorni, per i rapporti di lavoro aventi durata non superiore

a sei mesi, e a trenta giorni, per quelli aventi durata superiore a sei mesi e inferiore a dodici mesi».

sabato 28 dicembre 2024

 Quando si applica la tutela reontegratoria in caso di licenziamento disciplinare ex dlgs 23 del 2015?


Cass. 20/12/2024, n. 33531


Ove risulti che i fatti contestati al lavoratore siano del tutto insussistenti e che la contestazione disciplinare sia talmente generica da impedire il diritto di difesa, si applica la tutela reintegratoria prevista dall'art. 3, comma 2, D.Lgs. n. 23 del 2015

lunedì 23 dicembre 2024

 Chi assume la funzione di committente ai fini della sicurezza sul lavoro?


Cass. pen., Sez. IV, 03/12/2024, n. 46718


Nel contesto della sicurezza sul lavoro, la qualifica di committente può essere attribuita a chiunque abbia un interesse diretto nella realizzazione dell'opera, non necessariamente al proprietario dell'immobile. Un committente è colui che ha affidato i lavori e che assume su di sé gli obblighi di sicurezza previsti dal D.Lgs. n. 81 del 2008, incluso l'obbligo di verificare l'idoneità tecnico-professionale del soggetto incaricato, indipendentemente dalla forma di partecipazione o dalla delega formale dei compiti di controllo.

sabato 21 dicembre 2024

 Quando le espressioni offensive verso il datore di lavoro possono determinare il licenziamento?

Cass. 18/12/2024, n. 33074

Le espressioni offensive nei confronti del datore di lavoro non possono costituire giusta causa di licenziamento quando siano contenute in comunicazioni interne dirette a un determinato gruppo di persone, come una mailing list riservata agli iscritti sindacali, e non a una moltitudine indeterminata; in tal caso, il contesto limitato giustifica la critica formale esorbitante senza ledere la reputazione aziendale.

giovedì 19 dicembre 2024

 Da quando decorre la prescrizione triennale dell'azione di regresso dell'Inail?


Cass. 13/12/2024, n. 32280


Il termine triennale di prescrizione dell'azione di regresso dell'Inail, ai sensi dell'art. 112 D.P.R. n. 1124 del 1965, decorre dal momento della liquidazione dell'indennizzo al danneggiato, salvo il caso in cui sia stato avviato, entro tale termine, un procedimento penale per il reato di lesioni colpose o omicidio colposo in relazione all'infortunio, la cui conclusione definitiva sposta in avanti il dies a quo della prescrizione.

mercoledì 18 dicembre 2024

 


Il dirigente medico ha diritto a vedersi remunerati gli straordinari?

Cass. 16/12/2024, n. 32663

Il dirigente medico nel pubblico impiego, la cui retribuzione mensile è stabilita in misura omnicomprensiva di tutte le prestazioni rese, non ha diritto ad essere compensato per il lavoro eccedente rispetto all'orario indicato dalla contrattazione collettiva, anche se tale eccedenza sia dipesa dall'erroneo criterio di calcolo del debito orario adottato dall'ASL. In tal caso, il medico potrà eventualmente far valere la responsabilità datoriale a titolo risarcitorio ove dimostri di aver subito un concreto pregiudizio alla salute, alla personalità morale o al riposo.






martedì 17 dicembre 2024

 L'ammi istrarore di condominio risponde delle omissioni contributive del condominio?


Tribunale Torino, Sez. lavoro, 05/03/2024, n. 573


L'amministratore di condominio può essere chiamato a responsabilità diretta, per avere materialmente concorso, con atti o comportamenti, alla commissione delle infrazioni (nella fattispecie: omissione contributiva).

lunedì 16 dicembre 2024

 Come è ripartita la giurisdizione nel pubblico impiego?

T.A.R. Campania Napoli, Sez. III, 10/12/2024, n. 6947

In materia di pubblico impiego privatizzato la riserva in via residuale della giurisdizione amministrativa, contenuta nel citato art. 63, co. 4, d.lgs. n. 165/01 concerne esclusivamente le procedure concorsuali, strumentali alla costituzione del rapporto con la P.A., che si sviluppano fino all'approvazione della graduatoria, ma non riguardano i successivi atti che attengono alla fase esecutiva. La linea di demarcazione tra giurisdizioni è individuata nell'approvazione della graduatoria finale della procedura, che chiude la fase prettamente procedimentale caratterizzata dall'esercizio del pubblico potere, all'esito della quale l'Amministrazione è chiamata ad agire nella veste di datrice di lavoro secondo modelli di condotta prettamente privatistici. (Dichiara inammissibile.)

venerdì 13 dicembre 2024

 Come è determinato il nesso di causalità nella malattia professionale?


Tribunale Bologna, Sez. lavoro, 04/04/2024, n. 324

Il nesso di causalità relativo all'origine professionale della malattia non può essere oggetto di semplici presunzioni tratte da ipotesi tecniche teoricamente possibili, ma necessità di una concreta e specifica dimostrazione che può essere data anche in termini di probabilità sulla base della fattispecie, essendo impossibile nella maggior parte dei casi ottenere la certezza eziologica. È necessario acquisire il dato della probabilità qualificata attraverso ulteriori elementi idonei a tradurre la conclusione probabilistica in certezza giudiziale.






giovedì 12 dicembre 2024

L'indennità di mensa ha valore retributivo?

Cass. 10/12/2024, n. 31719

Nella disciplina dettata dall'art. 6, comma 3, D.L. 11 luglio 1992 n. 333, convertito con modificazioni in L. 8 agosto 1992 n. 359, il valore del servizio mensa e l'importo della prestazione sostitutiva percepita da chi non usufruisce del servizio aziendale non fanno parte della retribuzione a nessun effetto attinente ad istituti legali e contrattuali del rapporto di lavoro, salva la possibilità di una diversa previsione - nel senso che il servizio mensa debba considerarsi come retribuzione in natura - da parte dei contratti collettivi nazionali e aziendali, anche se stipulati anteriormente all'entrata in vigore del citato decreto

mercoledì 11 dicembre 2024

 

Quando spetta l'assegno sociale?

Corte d'Appello Firenze, Sez. lavoro, Sentenza, 07/05/2024, n. 253

Ai fini del diritto alla corresponsione dell'assegno sociale ai sensi dell'art. 3, comma 6, L. n. 335/1995, unico requisito è rappresentato dallo stato di bisogno effettivo del titolare, desunto dall'assenza di redditi o dall'insufficienza di quelli percepiti in misura inferiore al limite massimo stabilito dalla legge, restando irrilevanti eventuali altri indici di autosufficienza economica o redditi potenziali, quali quelli derivanti dall'assegno di mantenimento che il titolare abbia omesso di richiedere al coniuge separato, e senza che tale mancata richiesta possa essere equiparata all'assenza di uno stato di bisogno.

martedì 10 dicembre 2024

 Nel pubblico impiego cosa determina l'illegittima  reiterazione di contratti a termine?

Corte d'Appello Genova, Sez. lavoro, Sentenza, 06/07/2022, n. 174


In materia di pubblico impiego privatizzato, nell'ipotesi di abusiva reiterazione di contratti a termine, la misura risarcitoria prevista dall'art. 36, comma 5, del D. Lgs. n. 165 del 2001, va interpretata in conformità al canone di effettività della tutela affermato dalla Corte di Giustizia UE, sicché può farsi riferimento alla fattispecie omogenea di cui all'art. 32, comma 5, della L. n. 183 del 2010, quale danno presunto, con valenza sanzionatoria e qualificabile come "danno comunitario", determinato tra un minimo ed un massimo, salva la prova del maggior pregiudizio sofferto.

lunedì 9 dicembre 2024

 Quando si ha l'obbligo di consegnare la busta al lavoratore?



Tribunale Roma, Sez. lavoro, 07/10/2024, n. 9822


Benché gli artt. 1 e 3 della legge n. 4 del 1953 riferiscano l'obbligo del datore di lavoro di consegna del prospetto paga "all'atto della corresponsione della retribuzione" ed al "momento stesso in cui viene consegnata la retribuzione", si ritiene che tali disposizioni debbano essere interpretate nel senso di riferire l'obbligo di consegna al momento in cui sorge il diritto al pagamento della retribuzione ciò al fine di consentire al lavoratore di verificare immediatamente la corrispondenza con la retribuzione ricevuta, essendo evidente che il sorgere di un'obbligazione stabilita dalla legge non può dipendere da un fatto - il pagamento - rimesso alla volontà del debitore. Ne consegue che il datore di lavoro il quale non provveda alla corresponsione della retribuzione non può ritenersi, in conseguenza di tale inadempimento, esentato anche dall'obbligo di consegna al lavoratore della busta paga. In tal caso, infatti, se da un lato tale adempimento non ha più la finalità di consentire al lavoratore di confrontare la corrispondenza tra quanto di fatto percepito e quanto riportato in busta paga, dall'altro, soddisfa comunque l'esigenza del lavoratore di avere contezza dell'ammontare del proprio credito anche al fine di approntare una tutela delle proprie ragioni eventualmente anche in sede giudiziaria 

sabato 7 dicembre 2024

 Come si determina la causalità omissiva nell'infortunio?

Cass. pen., Sez. IV, 19/09/2024, n. 43717


In materia di responsabilità civile per infortuni sul lavoro, il giudizio sulla causalità omissiva può avvalersi del criterio della "prevalenza probabilistica" (più probabile che non), purché supportato da una dettagliata ricostruzione fattuale, identificando specificamente come le omissioni abbiano contribuito causalmente al verificarsi dell'evento.

giovedì 5 dicembre 2024

La regolarità contributiva richiesta dall'art. 1 comma 1175 l. 296 del 2006 si riferisce solo al Durc?



Cass. 02/12/2024, n. 30788

Il mero possesso del Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) non costituisce prova definitiva della regolarità contributiva del datore di lavoro. La condizione di regolarità contributiva, richiesta dall'art. 1, comma 1175, della legge n. 296 del 2006, implica, oltre al possesso del DURC, l'assenza di violazioni degli obblighi normativi e contrattuali in materia di lavoro e legislazione sociale.

mercoledì 4 dicembre 2024

Lo svolgimento di mansioni diverse durante la prova cosa determina?

Cass. 02/12/2024, n. 30810

L'accertamento di mansioni diverse da quelle specificamente pattuite nel patto di prova comporta la dichiarazione dell'illegittimità del licenziamento e può determinare l'istituzione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato. La tutela risultante dall'annullamento del patto di prova per mansioni diverse è limitata ad una tutela risarcitoria.

martedì 3 dicembre 2024

 Fino a che età può essere  riconosciuta la pensione di inabilità?


Cass. 27/11/2024, n. 30541


Va allora richiamato il costante orientamento di questa Corte (Cass. 23117/17, Cass. 9558/21, Cass. 24849/22) secondo cui la pensione di inabilità non può essere riconosciuta quando il perfezionamento della condizione di invalidità si sia avuto dopo il compimento del sessantacinquesimo anno di età e, nel presente caso, dei 65 anni e 7 mesi di età.

lunedì 2 dicembre 2024

 La falsità dei documeti posti alka base dell'assunzione nel pubblico impiego possono determinare il licenziamento?



Cass 27/11/2024, n. 30535

Le falsità documentali o dichiarative ai fini dell'accesso al lavoro pubblico o delle progressioni di carriera sono suscettibili di sanzione con il licenziamento ai sensi dell'art. 55-quater del D.Lgs. n. 165 del 2001, anche se accertate successivamente alla cessazione del rapporto di lavoro, qualora siano emerse irregolarità che rendano necessaria l'attivazione del potere disciplinare.