giovedì 30 gennaio 2025

 In caso di società estinta quando ci si può rivolgere al fondo di garanzia?


Cass. 28/01/2025, n. 1934

In caso di domanda rivolta al Fondo di Garanzia dell'INPS per il pagamento del TFR, il lavoratore deve preventivamente ottenere un accertamento del credito nei confronti del datore di lavoro. Se il datore di lavoro è una società cancellata dal registro delle imprese ed estinta, tale accertamento deve essere conseguito nei confronti dei soci, che succedono nei rapporti debitori della società.

mercoledì 29 gennaio 2025

Come si determina la rappresentatività del sindacato?


Tribunale Venezia, Sez. lavoro, Ordinanza, 15/11/2024


Ai fini della ammissione al tavolo delle trattative sindacali, la rappresentatività delle oo.ss. va valutata in relazione alla percentuale degli iscritti, sia rispetto al totale dei dipendenti sia in confronto con gli iscritti alle altre sigle sindacal

martedì 28 gennaio 2025

 La stipula di un contratto di lavoro subordinato prima della scadenza del periodo do anticipazione Naspi ne impone la restituzione?

Cass. 21/01/2025, n. 1445

Ai sensi dell'art. 8, comma 4, D.Lgs. n. 22/2015, la stipulazione di un contratto di lavoro subordinato prima della scadenza del periodo per cui è riconosciuta la liquidazione anticipata della NASpI obbliga il beneficiario a restituire interamente l'anticipazione ottenuta. In tale contesto, il beneficiario non può opporre all'INPS la simulazione del rapporto di lavoro subordinato per sottrarsi all'obbligo di restituzione, considerato il principio generale che l'INPS, quale terzo, si affida all'apparenza giuridica degli atti stipulati.

lunedì 27 gennaio 2025

 Quando la malattia o l'infortunio non si computano nel comporto?


Cass. 17/01/2025, n. 1225


La computabilità delle assenze del lavoratore dovute ad infortunio sul lavoro o a malattia professionale nel periodo di comporto è da escludere in tutte le ipotesi in cui l'infortunio sul lavoro o la malattia professionale non solo abbiano avuto origine in fattori di nocività insiti nelle modalità di esercizio delle mansioni e comunque presenti nell'ambiente di lavoro, e siano pertanto collegate allo svolgimento dell'attività lavorativa, ma altresì quando il datore di lavoro sia responsabile di tale situazione nociva e dannosa, per essere egli inadempiente all'obbligazione contrattuale a lui facente carico ai sensi dell'art. 2087 cod. civ., norma che gli impone di adottare le misure necessarie - secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica - per la tutela dell'integrità fisica e della personalità morale del lavoratore. In tutte queste ipotesi l'impossibilità della prestazione lavorativa è imputabile al comportamento della stessa parte (datore di lavoro) cui detta prestazione è destinata (Nel caso di specie, riaffermato l'enunciato principio, la Suprema Corte ha cassato con rinvio la sentenza impugnata per avere la corte territoriale omesso di dichiarare nullo il licenziamento comminato al ricorrente in assenza del superamento del periodo di comporto).

sabato 25 gennaio 2025

 Quale è la natura dell'indennità sostitutiva delle feie?


Cass. 21/01/2025, n. 1450


L'indennità per ferie non godute ha una natura mista, sia risarcitoria che retributiva. Tuttavia, tale indennità non è qualificabile esclusivamente come "trattamento retributivo" ai sensi dell'art. 29 del D.Lgs. n. 276 del 2003, ma rientra nella più ampia definizione di "trattamenti economici e normativi" prevista dall'art. 118 del D.Lgs. n. 163 del 2006.

giovedì 23 gennaio 2025

 Entro quandi si effettua compensazione contributi e anticipazione cassa?



Cass. 21/01/2025, n. 1407

In caso di compensazione impropria tra contributi dovuti e somme anticipate a titolo di integrazione salariale, il termine per il pagamento dei contributi differenziali, fissato al giorno 16 del mese successivo al periodo di paga, è rilevante ai fini dell'efficacia impeditiva della decadenza, la quale è esclusa se il conguaglio delle somme anticipate è effettuato entro il termine di sei mesi dalla scadenza del periodo di paga in corso alla scadenza della concessione dell'integrazione salariale

mercoledì 22 gennaio 2025

 L'abbandono del posto di lavori del custo pù determinare il licenziamento?


Cass. 20/01/2025, n. 1321


In tema di licenziamento per giusta causa, l'abbandono del posto di lavoro da parte di un dipendente cui siano affidate mansioni di custodia o sorveglianza di beni pubblici costituisce di per sé mancanza di rilevante gravità, idonea a fare irrimediabilmente venire meno l'elemento fiduciario nel rapporto di lavoro, indipendentemente dalla durata dell'assenza e dall'effettiva produzione di un danno. La distinzione tra abbandono del posto di lavoro e mero allontanamento va effettuata valutando in concreto l'intensità dell'inadempimento, la sua incidenza sul servizio e la semplice coscienza e volontà dell'assenza

martedì 21 gennaio 2025

 Per l'ammissione al passivo come provare la quantificazione del credito?


Cass. pen., Sez. V, Sentenza, 27/11/2024, n. 2147


In sede di verifica dello stato passivo, la busta paga e il modello CUD, muniti dei requisiti previsti dalla legge, rappresentano documenti sufficienti a provare l'esistenza e la quantificazione del credito vantato dal lavoratore. Tale principio, consolidato per le procedure fallimentari, trova applicazione anche nei giudizi di verifica ai sensi del D.Lgs. n. 159 del 2011, a meno che non sia dimostrata l'irregolare tenuta del libro unico del lavoro.

lunedì 20 gennaio 2025

 Come può essere domostrato il pagamento delle retribuzioni?


Corte d'Appello Cagliari, Sez. I, Sentenza, 11/06/2024, n. 733


Il fatto del pagamento delle retribuzioni può essere pienamente dimostrato dal LUL (Libro Unico del Lavoro) che riproduce, lavoratore per lavoratore e mese per mese, l'andamento del rapporto di lavoro, ivi comprese le annotazioni delle somme di denaro corrisposte o gestite dal datore di lavoro.

venerdì 17 gennaio 2025

 Nel lavoro domestico è preclusa la possibilità di istituire un sostema di controllo dell'orario di lavoro?


Corte giustizia Unione Europea, Sez. VII, 19/12/2024, n. 531/23

Gli articoli 3, 5 e 6 della direttiva 2003/88/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 4 novembre 2003, concernente taluni aspetti dell'organizzazione dell'orario di lavoro, letti alla luce dell'articolo 31, paragrafo 2, della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, devono essere interpretati nel senso che essi ostano a una normativa nazionale nonché alla sua interpretazione da parte dei giudici nazionali o a una prassi amministrativa fondata su una siffatta normativa, in forza delle quali i datori di lavoro domestico sono esentati dall'obbligo di istituire un sistema che consenta di misurare la durata dell'orario di lavoro svolto dai collaboratori domestici, privando pertanto questi ultimi della possibilità di determinare in modo obiettivo e affidabile il numero di ore di lavoro effettuate e la loro ripartizione nel tempo.

giovedì 16 gennaio 2025

 Entro che limiti opera il diritto do audizione del lavoratore?


Cass. 09/01/2025, n. 458


Il diritto del lavoratore ad essere sentito nell'ambito di una procedura disciplinare deve essere esercitato in modo concreto. La richiesta di differimento dell'audizione non può basarsi su un'impossibilità generica ma deve rispondere a specifiche esigenze difensive non altrimenti tutelabili, pena la valutazione negativa dell'utilizzo di tale diritto in buona fede

 Come devono essere disposti i controlli difensivi?


Cass. 13/01/2025, n. 807


I controlli difensivi posti in essere dal datore di lavoro, anche in forma tecnologica, devono essere finalizzati alla tutela di beni estranei al rapporto di lavoro o all'evitare comportamenti illeciti e possono essere effettuati solo in presenza di un fondato sospetto circa la commissione di un illecito. Tali controlli devono riguardare dati acquisiti successivamente all'insorgere del sospetto e devono garantire un bilanciamento corretto tra le esigenze di protezione di interessi e beni aziendali e le tutele della dignità e della riservatezza del lavoratore. L'uso di dati acquisiti in epoca precedente rispetto al sospetto è illegittimo e comporta l'invalidità del procedimento disciplinare.


martedì 14 gennaio 2025

Quando decorre la prescrizione ddi contributu relativi ad un rapporto a termine poi convertito a tempo determinato?


Cass. 09/01/2025, n. 453


In caso di mancato versamento dei contributi previdenziali relativi a un rapporto di lavoro convertito a tempo indeterminato, il termine di prescrizione per il diritto dell'INPS ai contributi decorre dalla scadenza del termine nullo contrattualmente previsto, senza attendere il passaggio in giudicato della sentenza che ha dichiarato la nullità del termine. Questa prescrizione quinquennale vale sia per il diritto dell'INPS sia per il diritto del lavoratore alla regolarizzazione contributiva (art. 2948 c.c., art. 2935 c.c.).

lunedì 13 gennaio 2025

 

Quando spetta l'indennità per inabilità temporanea?


Cass. civ., Sez. lavoro, Ordinanza, 09/01/2025, n. 463


L'erogazione dell'indennità per inabilità temporanea da parte dell'INAIL, in caso di malattia professionale, prescinde dalla colpa del datore di lavoro e non richiede la prova della responsabilità civile dello stesso. Il riconoscimento di tale indennità si fonda sulla sola esistenza dell'origine professionale della malattia, correlata alla prestazione lavorativa secondo le regole dell'assicurazione obbligatoria. Le parti contrattuali possono escludere dal computo del comporto, come disciplinato dall'art. 2110 c.c., le assenze dovute a malattie professionali, anche in virtù delle disposizioni collettive previste nel CCNL.

sabato 11 gennaio 2025

 Quando interviene la responsabilità penale del datore di lavoro in caso di infortunio?

Cass. pen., Sez. IV, Sentenza, 13/12/2024, n. 565

In caso di infortunio sul lavoro riconducibile a carenze nelle misure di sicurezza aziendale, il datore di lavoro che riveste ruoli di direzione e coordinamento è responsabile penalmente per il decesso del dipendente, qualora abbia omesso di predisporre adeguate misure di prevenzione e formazione per i lavoratori.

giovedì 9 gennaio 2025

 Cosa deve fare il datore di lavoro quando è a conoscenza di una disabilità del lavoratore in caso di malattia?

Cass. 07/01/2025, n. 170

La conoscenza dello stato di disabilità del lavoratore da parte del datore di lavoro impone a quest'ultimo di acquisire informazioni sulla correlazione tra le assenze per malattia del dipendente e la disabilità, e di individuare possibili accorgimenti ragionevoli per evitare il licenziamento, in linea con l'art. 3, comma 3-bis, D.Lgs. n. 216 del 2003. La mancata adottazione di tali accorgimenti rende il licenziamento discriminatorio.

mercoledì 8 gennaio 2025

 Qundo si ha una discriminazione basata sul sesso secondo la direttiva 2006/54?


Corte giustizia Unione Europea, Sez. VII, 19/12/2024, n. 531/23


Dall'articolo 2, paragrafo 1, lettera b), della direttiva 2006/54 risulta che costituisce una discriminazione basata sul sesso la situazione nella quale una disposizione, un criterio o una prassi apparentemente neutri possono porre le persone di un sesso in una situazione di particolare svantaggio rispetto alle persone dell'altro sesso, a meno che detta disposizione, detto criterio o detta prassi siano oggettivamente giustificati da una finalità legittima e i mezzi impiegati per il suo conseguimento siano appropriati e necessari. L'esistenza di un siffatto particolare svantaggio potrebbe essere dimostrata, segnatamente, se fosse dimostrato che detta disposizione, detto criterio o detta prassi colpiscono negativamente in proporzione significativamente maggiore le persone di un determinato sesso rispetto a quelle dell'altro sesso. Spetta al giudice nazionale valutare in quale misura i dati statistici dinanzi ad esso prodotti siano affidabili e se essi prendano in considerazione tanto l'insieme dei lavoratori soggetti alla normativa nazionale in questione quanto le rispettive percentuali dei lavoratori che sono e che non sono interessati dalla presunta differenza di trattamento. Infatti, il giudice nazionale deve non soltanto prendere in considerazione l'insieme dei lavoratori assoggettati alla normativa nazionale da cui ha origine la differenza di trattamento, ma altresì comparare le proporzioni rispettive dei lavoratori che sono e che non sono colpiti dall'asserita differenza di trattamento nella categoria della mano d'opera femminile rientrante nell'ambito di applicazione di tale normativa e le medesime proporzioni nell'ambito della mano d'opera maschile ivi rientrante

martedì 7 gennaio 2025

 Come si determina la malattia professionale?


Tribunale Bologna, Sez. lavoro, 04/04/2024, n. 324



Il nesso di causalità relativo all'origine professionale della malattia non può essere oggetto di semplici presunzioni tratte da ipotesi tecniche teoricamente possibili, ma necessità di una concreta e specifica dimostrazione che può essere data anche in termini di probabilità sulla base della fattispecie, essendo impossibile nella maggior parte dei casi ottenere la certezza eziologica. È necessario acquisire il dato della probabilità qualificata attraverso ulteriori elementi idonei a tradurre la conclusione probabilistica in certezza giudiziale.

sabato 4 gennaio 2025

 Il permesso di soggiorno per motivo di studio può essere convertito in permesso per motivi di lavoro solo dopo l'acquisizione del titolo ?


T.A.R. Lombardia Milano, Sez. III, 16/12/2024, n. 3694


L'art. 24 comma 5 del D.L. 22/06/2023, n. 75, che ha modificato l'art. 3 comma 4 del TUI, ha previsto che il permesso di soggiorno per motivi di studio possa essere convertito in permesso di soggiorno per motivo di lavoro al di fuori delle quote previste, e che la predetta conversione è possibile a prescindere dalla previa acquisizione del titolo di studio. (Accoglie il ricorso.)

giovedì 2 gennaio 2025

Le espressioni offensive verso il datore di lavoro contenute in una mailing list può comportare il licenziamento?

Cass. 18/12/2024, n. 33074


Le espressioni offensive nei confronti del datore di lavoro non possono costituire giusta causa di licenziamento quando siano contenute in comunicazioni interne dirette a un determinato gruppo di persone, come una mailing list riservata agli iscritti sindacali, e non a una moltitudine indeterminata; in tal caso, il contesto limitato giustifica la critica formale esorbitante senza ledere la reputazione aziendale.