Quando ricorre l'elemento soggettivo nel reato di omessa registrazione per non versare pe contribuzioni dovutre?
venerdì 31 maggio 2024
giovedì 30 maggio 2024
Durante il giorno festivo il lavoratore ha diritto di astenersi dal lavoro?
mercoledì 29 maggio 2024
Quando si ha discriminazione diretta secondo legislazione europea?
Cass.20/05/2024, n. 13934
La Corte di Giustizia UE ha da tempo affermato che la direttiva del Consiglio 27 novembre 2000, n. 2000/78/CE, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro e, in particolare, i suoi art. 1 e 2, n. 1 e 2, lett. a), devono essere interpretati nel senso che il divieto di discriminazione diretta ivi previsto non è limitato alle sole persone che siano esse stesse disabili. Conseguentemente qualora un datore di lavoro tratti un lavoratore che non sia esso stesso disabile, in modo sfavorevole rispetto al modo in cui è, è stato o sarebbe trattato un altro lavoratore in una situazione analoga, e sia provato che il trattamento sfavorevole di cui tale lavoratore è vittima è causato dalla disabilità del figlio, al quale presta la parte essenziale delle cure di cui quest'ultimo ha bisogno, un siffatto trattamento viola il divieto di discriminazione diretta enunciato al detto art. 2, n. 2, lett. a). E non v'è ragione di non seguire tale impostazione nel nostro ordinamento che ha dato specifica attuazione alla direttiva 2000/78/CE con il D.Lgs. del 9 luglio 2003, n. 216.
martedì 28 maggio 2024
Quando gli agenti di commercio devono pagare l'Irap?
lunedì 27 maggio 2024
Il comporto dei disabili può coincidere con quello ordinario?
venerdì 24 maggio 2024
Il licenziamemto comminato nell'anno dal matrimonio quando può essere legittimo?
Cass. 22/05/2024, n. 14301
giovedì 23 maggio 2024
Come so determina la sussistenza della giusta causa di licenziamento?
mercoledì 22 maggio 2024
Quando si ha discriminazione?
Cass. civ., Sez. lavoro, Ordinanza, 20/05/2024, n. 13934
La Corte di Giustizia UE ha da tempo affermato che la direttiva del Consiglio 27 novembre 2000, n. 2000/78/CE, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro e, in particolare, i suoi art. 1 e 2, n. 1 e 2, lett. a), devono essere interpretati nel senso che il divieto di discriminazione diretta ivi previsto non è limitato alle sole persone che siano esse stesse disabili. Conseguentemente qualora un datore di lavoro tratti un lavoratore che non sia esso stesso disabile, in modo sfavorevole rispetto al modo in cui è, è stato o sarebbe trattato un altro lavoratore in una situazione analoga, e sia provato che il trattamento sfavorevole di cui tale lavoratore è vittima è causato dalla disabilità del figlio, al quale presta la parte essenziale delle cure di cui quest'ultimo ha bisogno, un siffatto trattamento viola il divieto di discriminazione diretta enunciato al detto art. 2, n. 2, lett. a). E non v'è ragione di non seguire tale impostazione nel nostro ordinamento che ha dato specifica attuazione alla direttiva 2000/78/CE con il D.Lgs. del 9 luglio 2003, n. 216.
martedì 21 maggio 2024
Cosa deve provare il lavoratore ai fini del danno in caso d'infortunio?
lunedì 20 maggio 2024
Quando vanno retribuiti i tempi di vestizione?
Cass. 16/05/2024, n. 13639
venerdì 17 maggio 2024
La violazione dell'obbligo posto dal ccnl di comunicare l'imminente scadenza del periodo di comporto quali conseguenze determina in merito al licenziamento?
giovedì 16 maggio 2024
L'invio contemporaneo di certificazioni mediche da parte di una pluralità di lavoratori può costituire una forma di sciopero?
mercoledì 15 maggio 2024
La tipizzazione delle ipotesi di licenzoamento stabilite dal ccnl è vincolante per i giudici?
Cass. 13/05/2024, n. 12989
In tema di licenziamento disciplinare, la tipizzazione delle cause di recesso contenuta nella contrattazione collettiva non è vincolante, potendo il catalogo delle ipotesi di giusta causa e di giustificato motivo essere esteso, in relazione a condotte comunque rispondenti al modello di giusta causa o giustificato motivo, ovvero ridotto, se tra le previsioni contrattuali ve ne siano alcune non rispondenti al modello legale, dunque nulle per violazione di norma imperativa; con la conseguenza che il giudice non può limitarsi a verificare se il fatto addebitato sia riconducibile ad una previsione contrattuale, dovendo comunque valutare in concreto la condotta addebitata e la proporzionalità della sanzione. Il giustificato motivo soggettivo, al pari della giusta causa di licenziamento, è nozione legale rispetto alla quale non sono vincolanti le previsioni dei contratti collettivi, che hanno valenza esemplificativa, con il solo limite all'irrogazione di un licenziamento per giusta causa quando costituisca più grave sanzione di quella prevista dal contratto collettivo in relazione a una determinata infrazione. Pertanto, il giudice di merito deve verificare la condotta, in tutti gli aspetti soggettivi ed oggettivi che la compongono, anche al di là della fattispecie contrattuale prevista.
martedì 14 maggio 2024
Quando deve essere effettuata la formazione dei lavoratori?
Cass. 10/05/2024, n. 12790
lunedì 13 maggio 2024
L'assenza per i permessi ex l. 104 del 1992 deve essere legata all'assistenza?
sabato 11 maggio 2024
La decadenza ex art. 46 dpr 638 del 1970 è rilevabile d'ufficio?
giovedì 9 maggio 2024
Le ecodotte al di fuori del rapporto di lavoro possoni determinare la risoluzione del rapporto?
Cass. 06/05/2024, n. 12098
La condotta illecita extralavorativa è suscettibile di rilievo disciplinare poiché il lavoratore è tenuto non solo a fornire la prestazione richiesta ma anche, quale obbligo accessorio, a non porre in essere, fuori dall'ambito lavorativo, comportamenti tali da ledere gli interessi morali e materiali del datore di lavoro o compromettere il rapporto fiduciario con lo stesso; tali condotte, ove connotate da caratteri di gravità, possono anche determinare l'irrogazione della sanzione espulsiva
mercoledì 8 maggio 2024
Pubblucare offese su Facebook contro la datrice di lavore può determinare il licenziamento?
martedì 7 maggio 2024
Come devono essere usati i permessi ex art. 33 della legge 104 del 1992?
lunedì 6 maggio 2024
Quale retribuzione spetta durante le ferie?
Cass. 02/05/2024, n. 11760
La retribuzione dovuta nel periodo di godimento delle ferie annuali, ai sensi dell'art. 7 della Direttiva 2003/88/CE, per come interpretata dalla Corte di Giustizia, comprende qualsiasi importo pecuniario che si pone in rapporto di collegamento all'esecuzione delle mansioni e che sia correlato allo "status" personale e professionale del lavoratore. Del pari, con riguardo all'indennità spettante in caso di mancato godimento delle ferie, essa deve comprendere qualsiasi importo pecuniario che si pone in rapporto di collegamento all'esecuzione delle mansioni e che sia correlato allo "status" personale e professionale del lavoratore.
venerdì 3 maggio 2024
Quando sorge l'obbligo contributivo dei professionisti alla gestione separata?
Cass. 30/04/2024, n. 11535
In tema di obblighi contributivi degli avvocati iscritti alla Gestione Separata INPS, la produzione di un reddito superiore alla soglia di 5.000 euro vale a privare di rilievo ogni questione circa la natura abituale o occasionale dell'attività libero-professionale da assoggettare a contribuzione, dal momento che il superamento della soglia di cui al D.L. n. 269 del 2003, art. 44, determina comunque la sottoposizione all'obbligo di contribuzione in favore della Gestione separata. Tale importo rileva solo quale limite per l'insorgenza dell'obbligo nei lavoratori occasionali (e solo per essi), mentre non opera quale soglia di esenzione di contribuzione.
giovedì 2 maggio 2024
Come devono essere indicati i turni nel rapporto part time?
Cass. 29/04/2024, n. 11333
mercoledì 1 maggio 2024
Quali sono i requisiti di residenza posti per gli stranieri per ottenere il premio natalità?
Cass. 22/04/2024, n. 10728
Dal momento che l'art. 1, comma 353, L. n. 232 del 2016 non ha previsto alcuna limitazione soggettiva del premio di natalità correlata al possesso della cittadinanza dell'Unione o alla titolarità di un permesso di lungo soggiorno, è illegittimo il rifiuto che l'INPS opponga in proposito, sulla scorta delle proprie circolari nn. 39 e 61 del 2017, le quali hanno introdotto un requisito non previsto dal legislatore e per di più idoneo a determinare un'indebita disparità di trattamento per causa di nazionalità in danno delle cittadine di paesi extracomunitari.